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Il 10% di chi si è trasferito in Irlanda nel 2024 ha chiesto protezione internazionale

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Scritto da Beatrice Maggi

Un nuovo rapporto del European Migration Network Ireland ha rivelato che, nel periodo fino ad aprile 2024, circa il 10% delle persone arrivate in Irlanda ha richiesto protezione internazionale. Dei 149.200 individui che si sono trasferiti nel Paese durante questi 12 mesi, fino a 17.000 hanno cercato asilo. Questo numero comprende anche una parte di persone che in seguito potrebbe essersi trasferita altrove. La cifra complessiva di 149.200 rappresenta un aumento del 5% rispetto all’anno precedente, segnando il terzo anno consecutivo in cui oltre 100.000 persone si sono trasferite in Irlanda dall’estero. Tuttavia, il totale rimane leggermente al di sotto del picco del 2007. Di questi nuovi arrivati, circa il 20% erano cittadini irlandesi di ritorno da un periodo vissuto all’estero, il 18% erano cittadini di altri Stati membri dell’UE e il 4% proveniva dal Regno Unito. Tra gli altri, 19.000 erano rifugiati dall’Ucraina che cercavano Temporary Protection e fino a 17.000 erano richiedenti protezione internazionale.

Irlanda e Italia a confronto

Se confrontiamo questi dati con quelli italiani, emergono alcune differenze significative. L’Italia, spesso punto d’ingresso per i flussi migratori verso l’Europa, riceve numeri più elevati di richieste di protezione internazionale. Nel 2023, secondo i dati del Ministero dell’Interno, l’Italia ha registrato circa 84.000 richieste d’asilo, cinque volte di più rispetto all’Irlanda, con una popolazione circa 13 volte superiore. Inoltre, mentre in Irlanda i richiedenti protezione rappresentano il 10% dei nuovi arrivati, in Italia la percentuale è più alta, anche a causa della sua posizione geografica e della prossimità ai principali punti di partenza dei migranti.

Durante lo stesso periodo in Irlanda, circa 69.900 persone hanno lasciato il Paese. Tra queste, metà erano cittadini irlandesi e un terzo proveniva dal “resto del mondo”. Molti di questi ultimi avevano permessi per studio, lavoro o ricongiungimento familiare. In Italia, l’emigrazione è anch’essa significativa, con circa 120.000 italiani che hanno lasciato il Paese nel 2023, secondo il rapporto annuale della Fondazione Migrantes. Tuttavia, a differenza dell’Irlanda, l’Italia riceve un numero minore di cittadini italiani di ritorno dall’estero.

Problemi di sistema e riforme

Il sistema irlandese di accoglienza e protezione è sotto pressione, con 13.277 richieste di protezione internazionale nel 2023, un calo del 3% rispetto all’anno precedente ma comunque ben al di sopra degli anni passati. Tuttavia, il numero di casi pendenti è aumentato drasticamente, arrivando a 21.850, rispetto ai 6.000 di due anni prima. In Irlanda, si prevede una riforma del sistema, con l’implementazione del Patto UE su Migrazione e Asilo e un impegno a ridurre l’uso di hotel come alloggi di emergenza, sostituendoli con strutture statali. In Italia, invece, le politiche sull’immigrazione rimangono oggetto di dibattito politico, con una maggiore enfasi sulla gestione dei flussi nei punti di sbarco e sulle redistribuzioni a livello europeo.

Ieri Ministro della Giustizia irlandese, Jim O’Callaghan, parlando a l programma televisivo RTÉ’s This Week, ha dichiarato che troppe persone richiedono protezione internazionale senza averne diritto, penalizzando chi ne ha effettivamente bisogno. Ha sottolineato la necessità di una riforma completa del sistema d’asilo, affermando che chi ottiene la protezione può restare, mentre chi viene rifiutato deve lasciare il Paese. O’Callaghan ha citato dati secondo cui nel 2023 oltre il 65% delle richieste di asilo è stato respinto in prima istanza, con un aumento all’80% nel gennaio 2024. Si prevede che quest’anno arriveranno circa 15.000 richiedenti asilo.

Il deputato indipendente Ken O’Flynn ha chiesto una riforma radicale per contrastare le richieste false e impedire l’ingresso di criminali. Ha accusato il governo di lentezza nell’affrontare la questione. L’Irish Refugee Council (IRC) ha espresso preoccupazione per le dichiarazioni di O’Callaghan, sottolineando il diritto fondamentale di chiedere asilo e criticando il governo per non garantire un’adeguata accoglienza. Il CEO dell’IRC, Nick Henderson, ha ricordato che il 39% dei ricorsi contro il rifiuto dell’asilo si conclude con un esito positivo.

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