Sotto la superficie delle acque irlandesi si cela una rete invisibile ma cruciale: i cavi sottomarini che rappresentano la spina dorsale di Internet. Questi cavi non solo garantiscono il nostro accesso quotidiano a TikTok, Instagram e Netflix, ma sono essenziali per il funzionamento di servizi bancari, emergenze e comunicazioni militari. Tuttavia, oggi questi cavi si trovano sempre più sotto minaccia, evidenziando una questione urgente che va ben oltre la sicurezza tecnica: come possiamo proteggere le nostre connessioni globali senza abbandonare i valori di pace e neutralità?
L’Irlanda occupa una posizione di rilievo nel panorama globale delle telecomunicazioni: il 75% dei cavi transatlantici attraversa i suoi mari. Questa rete è cruciale per le connessioni tra Europa e Stati Uniti, trasportando non solo dati personali, ma anche 10 milioni di dollari in transazioni finanziarie ogni giorno. I cavi non sono solo strumenti per accedere ai social media o ai servizi di streaming: trasportano transazioni finanziarie, dati medici, informazioni governative e operazioni bancarie critiche. Negli ultimi anni, episodi come il taglio dei cavi tra Finlandia ed Estonia o tra Svezia e Lituania hanno dimostrato quanto siano vulnerabili queste infrastrutture. La domanda centrale è: chi è responsabile della protezione del fondale marino irlandese e della sua Zona Economica Esclusiva (ZEE), che si estende per 230 miglia oltre le coste? Ma mentre il dibattito internazionale si concentra su risposte militari e potenziamenti difensivi, è essenziale riflettere su un approccio che non tradisca i principi fondamentali dell’Irlanda: neutralità, cooperazione e pace.
L’Irlanda, con la sua politica di neutralità, non è membro della NATO e dispone di una delle forze militari più ridotte d’Europa. Questa situazione è motivo di preoccupazione per molti esperti e politici, tra cui il senatore Gerard Craughwell, che ha sottolineato come la neutralità non possa proteggere il Paese da minacce moderne come sabotaggi o attacchi criminali. Craughwell ha dichiarato: “È la nostra economia e quella europea a essere a rischio. Ma al pubblico è stato fatto credere che, essendo amati in tutto il mondo, nessuno ci attaccherebbe”. Le risorse attualmente disponibili per la sorveglianza e la difesa marittima sono limitate a una o due navi operative in caso di emergenza. Secondo Robert McCabe, esperto di sicurezza delle infrastrutture sottomarine, è necessario un potenziamento significativo: più navi, sistemi sonar, radar avanzati e un piano di risposta rapida. McCabe suggerisce anche accordi di cooperazione internazionale per garantire la sicurezza dell’Atlantico.
Secondo esperti di sicurezza, l’Irlanda dovrebbe dotarsi di almeno tre basi navali a Dublino, Donegal e Wexford, con tre o quattro navi operative in mare in qualsiasi momento. “Serve un ruolo formale e un accordo con tutti i Paesi che si affacciano sull’Atlantico: Irlanda, Regno Unito, paesi nordici, Francia, Spagna, Portogallo, Islanda”, ha dichiarato un esperto di sicurezza. Attualmente, l’Irlanda è vista come un “anello debole” nel panorama europeo a causa dell’assenza di risorse adeguate per monitorare il fondale marino. La città di Dublino, in particolare, rappresenta un punto strategico per le catene di approvvigionamento e i data center. Recenti esercitazioni militari russe al largo delle sue coste hanno avuto l’obiettivo di intimidire e dimostrare la vulnerabilità delle connessioni essenziali per l’economia europea.
L’Irlanda ha dimostrato, attraverso la sua politica di neutralità, che la forza non risiede nei fucili, ma nella capacità di mediare, costruire ponti e promuovere la pace. La sicurezza delle infrastrutture marittime può essere garantita attraverso il dialogo con i Paesi confinanti e la partecipazione a progetti europei come quelli per la sorveglianza e la protezione delle infrastrutture critiche. Come ha sottolineato Robert McCabe, la neutralità non significa inattività. Significa essere proattivi in modi che rafforzino la pace. Piuttosto che investire in basi navali e armamenti, l’Irlanda potrebbe guidare lo sviluppo di tecnologie di sorveglianza non intrusive, collaborare con le comunità scientifiche e promuovere un’alleanza diplomatica per la protezione del patrimonio sottomarino.
La vulnerabilità dell’Irlanda però è stata evidenziata dall’incidente di novembre scorso, quando la nave spia russa Yantar è stata avvistata nel Mare d’Irlanda. Dotata di droni e apparecchiature di sorveglianza, la nave è stata identificata come un potenziale rischio per le infrastrutture critiche. Sebbene il taglio di un singolo cavo non porterebbe a un blackout totale di Internet grazie alla possibilità di deviare i flussi di dati, resta fondamentale poter sorvegliare, raccogliere prove e rispondere a eventuali minacce.
Il governo irlandese sta lavorando per colmare queste lacune. Micheál Martin, il taoiseach, ha riconosciuto l’importanza di affrontare “minacce nuove ed emergenti”, mentre rappresentanti irlandesi e islandesi hanno discusso strategie comuni per la sicurezza marittima. Inoltre, l’Irlanda partecipa a vari progetti europei per la protezione delle infrastrutture critiche e è membro del forum “Partnership for Peace” della NATO. Robert McCabe ha sottolineato che la neutralità dell’Irlanda non può essere efficace senza un adeguato investimento nella difesa. “Il modo migliore per difendere la neutralità è avere una forza di difesa”, ha dichiarato l’accademico, suggerendo l’acquisto di moderni sistemi di sorveglianza, aerei e una capacità di risposta rapida in grado di intervenire immediatamente.
Una altra opzione è investire non in armi, ma in strumenti di cooperazione e innovazione. Di lavorare con partner europei per sviluppare sistemi di allarme precoce, progetti condivisi di protezione ambientale e iniziative di educazione pubblica sulla sicurezza delle infrastrutture. Per non lasciare che il Mare d’Irlanda diventi teatro di conflitti. L’Irlanda è al centro di una rete vitale per l’economia e la sicurezza globale, ma questa posizione la rende anche un obiettivo sensibile. Attraverso la cooperazione internazionale e l’innovazione si potrebbero proteggere non solo i cavi sottomarini, ma il principio stesso che essi rappresentano: la connessione tra persone, al di là delle frontiere.
L’Irlanda partecipa a diversi programmi di sicurezza europei, tra cui sei progetti di cooperazione strutturata permanente dell’UE, focalizzati sulla protezione delle infrastrutture critiche e sul potenziamento della sorveglianza marittima. Inoltre, è membro del progetto di sorveglianza marittima dell’Agenzia Europea per la Difesa e del forum “Partnership for Peace” della NATO dal 1999. Il Mare d’Irlanda non è solo uno spazio blu che separa le isole: è un nodo cruciale di connessioni che alimentano la vita moderna. Proteggerlo (possibilmente senza far perdere a Irlanda la sua storica neutralità) significa garantire stabilità e progresso per tutti.