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Gli effetti del Climate Crisis in Irlanda

Dublin Underwater
Scritto da Maurizio Pittau

L’Irlanda potrebbe perdere 500 metri di costa entro pochi decenni a causa dello scioglimento dei ghiacciai. Col tempo i verdi prati dell’Isola di Smeraldo potrebbero diventare marroni. Le leggendarie piogge morbide dell’Irlanda trasformerarsi in forti acquazzoni nel nord e nell’ovest, portando a una notevole erosione. La forma dell’isola potrebbe apparire molto diversa entro il 2100, con il ghiaccio artico e condizioni meteorologiche estreme che cambieranno le coste irlandesi se le correnti oceaniche smetteranno di svolgere la loro attuale funzione.

Gli esperti ritengono che il livello del mare attorno all’Irlanda potrebbe innalzarsi di cinque metri, il che significa che in alcuni punti l’acqua potrebbe raggiungere 500 metri verso l’interno, spazzando via intere città e coprendo di acqua circa due terzi della città di Dublino. Gli scoppi di torbiere  saranno più comuni. La patata, un alimento base in Irlanda, potrebbe essere una coltura minacciata come durante la Famine. I laghi e i torrenti irlandesi, avranno sempre meno salmoni e trote e soffriranno insieme all’industria del turismo che dipende da loro.

L’analisi di oltre 100 anni di dati osservativi mostra che il clima irlandese sta cambiando. Ciò è più evidente nei dati sulla temperatura e in particolare negli ultimi decenni. L’analisi di questi dati mostra che la temperatura media globale è aumentata di 1,0°C rispetto all’epoca preindustriale. La temperatura media annuale per l’Irlanda ha registrato un aumento complessivo di 0,9°C negli ultimi 120 anni, con quindici dei 20 anni più caldi mai registrati a partire dal 1990. Non è cambiata solo la temperatura. Ci sono stati cambiamenti nelle precipitazioni e una diminuzione della neve e del ghiaccio. Il livello del mare è aumentato poiché anche gli oceani si sono riscaldati. Questi cambiamenti sono stati valutati dal Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) nei suoi principali rapporti di valutazione.

L’Irlanda, come il resto del mondo, si trova sul ciglio di un’apocalisse ambientale, lottando con lo spettro del cambiamento climatico. Temperature in aumento e schemi meteorologici erratici minacciano l’equilibrio delicato degli ecosistemi, mentre la pioggia eccessiva e la siccità mettono in pericolo l’entroterra agricolo su cui l’Irlanda ha a lungo fatto affidamento. Le colline scoscese del Connemara, dove il vento sferza la brughiera e l’oceano s’infrange sulle scogliere, sono teatro di uno dei cambiamenti più evidenti. Qui, le piogge sempre più imprevedibili e i periodi di siccità crescenti minacciano l’equilibrio fragile degli ecosistemi locali, mettendo a dura prova la sopravvivenza delle specie animali e vegetali che popolano queste terre selvagge. Le comunità costiere, da Galway a Cork e da Waterford a Wicklow, si trovano ad affrontare un destino incerto di fronte alla crescita del livello del mare e alle tempeste sempre più frequenti e violente. I pescatori, che per generazioni hanno tratto il loro sostentamento dalle acque ricche del mare d’Irlanda, si trovano ora a dover fronteggiare condizioni marine sempre più imprevedibili e avverse.

Ma non è solo il paesaggio fisico che rischia di essere trasformato dai capricci del cambiamento climatico. L’identità culturale dell’Irlanda, profondamente intrecciata con la terra stessa, affronta una sua personale sfida. I ritmi antichi della vita rurale, una volta governati dal susseguirsi delle stagioni, si trovano ora fuori sincrono con un mondo in mutamento.

Temperature in Irlanda

Un grafico della serie temporale della temperatura media annuale osservata per l’Irlanda (1900-2019) (punti gialli) insieme a semplici adattamenti statistici ai dati. L’asse di sinistra indica le anomalie (la differenza tra la temperatura media annuale e il valore medio normale o di riferimento del periodo 1961-1990) e l’asse di destra la temperatura media annuale del periodo. Una semplice linea di tendenza lineare (blu tratteggiata) è stata adattata ai valori di anomalia annuali [fonte: CSRI, 2020]

Rising Tides: Ireland’s Future In A Warmer World

Questo quadro spaventoso di ciò che potrebbe accadere torna di attualità in Irlanda grazie a un nuovo documentario intitolato “Rising Tides: Ireland’s Future In A Warmer World“, la cui terza e ultima puntata andato in onda Mercoledì su RTÉ One. Rising Tides, uno dei film naturalistici a budget più alto (costato 750.000 euro) nella storia della tv pubblica irlandese, ha avuto grande successo e riscosso preoccupazione per il livello del collasso climatico che si prospetta per l’Irlanda.

C’è una scuola di pensiero secondo cui le foto o i filmati degli orsi polari seduti su mini iceberg sul punto di crollare in mare non sono il modo migliore per illustrare la crisi climatica. Esiste spesso una disconnessione comportamentale che ci fa rifiutare di credere a cosa succede distante da noi, aggravata dall’incapacità degli scienziati di spiegare adeguatamente ciò che il pianeta e l’umanità si trovano già oggi ad affrontare – eppure la serie in tre parti di RTÉ “Rising Tides: Ireland’s Future in a Warmer World” presentata da Philip Boucher-Hayes adotta una visione globale, saltando tra Groenlandia, Bangladesh, Miami, Africa subsahariana e Australia. Il documentario su RTÉ evidenzia costantemente rischi come la scomparsa delle calotte glaciali, lo scioglimento del permafrost e la migrazione indotta dal clima, e le conseguenze per tutta l’umanità e poi per l’Irlanda. L’Irlanda non può sfuggire alle conseguenze dell’innalzamento del livello del mare (un’impennata di cinque metri prevista nei secoli a venire); il rilascio di grandi quantità di CO2 e metano dallo scongelamento della tundra artica (esacerbando il riscaldamento); e i cambiamenti climatici di altri continenti che costringono milioni di persone a trasferirsi in Europa.

La serie segnala che i cambiamenti stanno accadendo molto più rapidamente del previsto e mostra la necessità del tipo di azione radicale richiesta dalla scienza. Le riprese mostrano  un pianeta in terribile difficoltà, sebbene la resilienza dell’umanità si affermi in molte aree. Le riprese effettuate dai droni di ghiacciai ricoperti di neve di un bianco normalmente brillante, ora sopraffatti da opacità e strisce grigie, a causa del rilascio di carbonio nero derivante dallo scioglimento inesorabile, forniscono le immagini più impressionanti. La seconda parte della serie si è concentrata sull’adattamento, che deve avvenire parallelamente al passaggio a zero emissioni nette di carbonio nei prossimi decenni. La terza parte distrugge il mito secondo cui l’Irlanda è tra i piccoli stati con minori emissioni, e non dovrebbe essere eccessivamente preoccupata dei cambiamenti generali del clima e mostra l’incapacità di controllare pienamente il proprio destino se non si e’ parte di decisioni globali.

Innalzamento Mare

Tendenze del livello del mare (mm/anno) durante l’era dell’altimetria satellitare. [Fonte: Copernicus Climate Change Service (C3S)/Copernicus Marine Environment Monitoring Service (CMEMS)]

Impatto in Irlanda

Fino a pochi anni fa il Climate Crisis sembrava lontano, ma il documentario mostra che i suoi effetti sono già arrivati sull’Isola di Smeraldo.

Gli oceani si stanno acidificano

Mentre l’inquinamento degli oceani – che coprono il 71% del pianeta Terra – è argomento di discussione da decenni, l’acidificazione degli oceani è una realtà affrontata più di recente. L’Agenzia irlandese per la protezione dell’ambiente (EPA) segnala la questione sul suo sito web. “L’acidificazione degli oceani avrà effetti dannosi sugli organismi marini e ha il potenziale di distruggere gli ecosistemi marini globali”. Un recente rapporto del Marine Institute esplora in larga misura la minaccia dell’acidificazione degli oceani in Irlanda. Spiega: “l’aumento dell’anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera dovuto ad attività antropiche, come l’uso di combustibili fossili, provoca cambiamenti nella chimica dell’oceano, portando ad una diminuzione del pH dell’acqua di mare. Questo processo è denominato acidificazione degli oceani”. L’acidificazione degli oceani non solo danneggia la vita marina, ma cambierà inevitabilmente l’ecosistema marino come lo conosciamo in Irlanda.

Le tempeste si stanno intensificando

Negli gli ultimi anni abbiamo assistito ad alcune delle condizioni meteorologiche più irregolari nella storia meteorologica dell’isola d’Irlanda. Le grandi  tempeste con venti di burrasca, prima molto rare, sono diventate comuni, mentre gli allagamenti stradali e le precipitazioni non sono più associati ai mesi più freddi dell’anno e possono essere osservati durante tutta l’anno. L’Agenzia irlandese per la protezione dell’ambiente afferma che in Irlanda il cambiamento climatico porterà “tempeste ed eventi piovosi più intensi e]una maggiore probabilità ed entità di inondazioni fluviali e costiere”. È molto probabile che questi cambiamenti causeranno un clima più secco e più caldo all’interno dell’isola, mentre le zone costiere avranno un clima relativamente più umido e più fresco.

Met Éireann, il servizio meteorologico nazionale irlandese, afferma che il cambiamento climatico porterà sicuramente “un aumento dell’attività tempestosa estrema sull’Irlanda”. L’Irlanda ha registrato un aumento delle precipitazioni nazionali medie annue di circa 60 mm o del 5% nel periodo 1981-2010, rispetto al periodo di 30 anni 1961-1990. Si prevedono riduzioni significative dei livelli medi delle precipitazioni annuali, primaverili ed estive. Le proiezioni indicano un sostanziale aumento della frequenza degli eventi di forti precipitazioni in inverno e in autunno (circa il 20%).

Il livello dell’acqua sta  aumentando

Il riscaldamento globale è l’aumento lento e costante della temperatura terrestre causato dai livelli di anidride carbonica, CFC e altri inquinanti nell’atmosfera stanno facendo aumentare il livello del mare. Le attività antropiche, come l’uso di combustibili fossili, lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali e l’inquinamento, contribuiscono a ciò. Man mano che la temperatura della Terra aumenta, le calotte glaciali e i ghiacciai si sciolgono, provocando l’innalzamento del livello del mare. Entro il 2100, molte parti costiere dell’Irlanda saranno sommerse a causa dell’innalzamento del livello del mare. Mancano solo 76anni. Le località a rischio includono Galway, Waterford, Dublino, Belfast e Mayo.

Il tasso di innalzamento globale del livello del mare per il periodo 2006-2015, pari a 3,6 mm all’anno, non ha precedenti nell’ultimo secolo e è circa 2,5 volte superiore al tasso registrato nel periodo 1901-1990. Si prevede che il livello del mare continuerà a salire a questo ritmo o superiore. Tutte le principali città irlandesi si trovano in località costiere soggette alle maree, qualsiasi aumento significativo del livello del mare avrà importanti impatti economici, sociali e ambientali. L’innalzamento del livello del mare intorno all’Irlanda comporterebbe una maggiore erosione costiera, inondazioni e danni a proprietà e infrastrutture.

Le temperature aumenteranno

Il clima dell’Irlanda sta cambiando in linea con le tendenze globali, con un aumento della temperatura di, in media, 0,8°C rispetto al 1900. Entro la metà di questo secolo (2041 – 2060) si prevede che le temperature medie annuali aumenteranno tra 1 e 1,2 ℃ e 1,3–1,6 ℃ a seconda della traiettoria delle emissioni. Si prevede che il numero di giorni caldi aumenterà e che le ondate di caldo si verificheranno con maggiore frequenza.

Gli inverni diventeranno più miti, così come le primavere, le estati e gli autunni. E anche se in teoria questo non sembra affatto un brutto cambiamento comportamentale, dobbiamo chiederci perché il tempo sta seguendo un corso del genere. L’Agenzia irlandese per la protezione dell’ambiente spiega che “la tendenza più chiara è evidente nei registri della temperatura che mostrano un aumento della temperatura media di 0,7° C tra il 1890 e il 2008, ovvero un aumento di 0,06° C per decennio”. Met Éireann aggiunge che “il riscaldamento aumenta nelle giornate estreme (vale a dire giornate calde o fredde), con temperature diurne massime previste in aumento di 0,7–2,6°C in estate e temperature notturne minime in aumento di 1,1–3°C in inverno. Proseguono affermando che “gli inverni più miti ridurranno, in media, i tassi di mortalità legati al freddo tra gli anziani e i fragili, ma ciò potrebbe essere compensato da aumenti dovuti allo stress da caldo nelle estati più calde”.

I bog bursts

In Irlanda si ha accesso ad una quantità di acqua dolce 5 volte superiore a quella dell’europeo medio. Le elevate quantità di precipitazioni annuali e i bassi tassi di evaporazione lasciano in eredità brevi corsi d’acqua costieri su colline coperte di torba e un labirinto di paludi e laghi lungo i fiumi interni. Tuttavia, questa eredità potrebbe essere interrotta poiché il cambiamento climatico potrebbe produrre troppa acqua in alcuni luoghi e in determinati periodi e troppo poca acqua in altri luoghi allo stesso tempo. Gli scienziati prevedono che entro il 2050 le precipitazioni invernali aumenteranno del 12% e quelle estive diminuiranno della stessa percentuale.

Questo cambiamento nelle precipitazioni metterà a rischio una delle caratteristiche uniche del paesaggio irlandese, le torbiere, a rischio di “bog bursts” più frequenti quando masse di torba si staccano dal loro substrato roccioso e scivolano lungo i pendii. Tali esplosioni potrebbero rappresentare una minaccia per la vita e le proprietà di molte importanti specie irlandesi come i conigli e due uccelli irlandesi: i falchi e i pivieri dorati. Le torbiere sono anche eccellenti pozzi di carbonio che trattengono la maggior parte del carbonio immagazzinato in Irlanda. Quando scoppiano, rilasciano ancora più anidride carbonica nell’atmosfera e il paesaggio irlandese trattiene meno carbonio nel terreno.

La siccità

Con estati più calde e secche che riducono l’approvvigionamento idrico estivo nelle zone interne, l’accessibilità all’acqua, che attualmente non è necessaria per la maggior parte dell’agricoltura irlandese, potrebbe richiedere lo sviluppo di nuovi sistemi di irrigazione, che competeranno con la domanda idrica industriale e residenziale. Nelle città la diminuzione della quantità disponibile di acqua sarà sempore maggiore a cusa degli sperperi dovuti alle numerose perdite del sistema idraulico e alla gratuità dell’acqua.

La maggior parte delle attuali colture primarie in Irlanda stanno già mostrando segni di declino. La patata, in particolare, dipende fortemente da un adeguato approvvigionamento idrico, quindi potrebbe cessare di essere una coltura che potrebbe essere abbandonata presto. È difficile comprendere che la patata, una parte del paesaggio così intrecciata nella cultura e nella storia dell’Irlanda, possa non avere un ruolo importante nel suo futuro.

La natura cambierà

La pesca e i corsi d’acqua che un tempo erano abbondanti di pescato diventeranno sterili e sensibili ai cambiamenti di temperatura. Le specie vegetali e animali originarie dell’Isola di Smeraldo si ritireranno e anche quelle che migrano nei mesi estivi probabilmente scompariranno. Met Éireann spiega la realtà che affrontiamo: “le temperature più elevate alla fine dell’inverno o all’inizio della primavera fanno sì che le farfalle appaiano prima nel corso dell’anno e gli uccelli cambino i loro schemi migratori. Il ritmo dei cambiamenti futuri causerà stress agli ecosistemi che non sono in grado di adattarsi rapidamente”.

La perdita di habitat vitale per molte specie di flora e fauna e la stabilità del paesaggio stesso cambieranno a causa dei maggiori eventi meteorologici estremi. I terreni coltivabili in particolari regioni del paese continueranno a coltivare campi di grano, orzo e mais In altre regioni, tuttavia, con l’avvento di estati più calde e secche, i campi d’erba marroni durante i mesi estivi diventeranno molto più comuni.

Il chiurlo, un amato uccello irlandese noto per il suo grido distinto, è in pericolo a causa dei cambiamenti climatici. I laghi e i torrenti irlandesi, rinomati per il salmone e la trota di mare, saranno impoveriti e soffriranno insieme all’industria del turismo che dipende da essi. Inoltre, il riscaldamento potrebbe attirare nuove specie di uccelli, specie di insetti esotici come farfalle e falene, alcuni insetti nocivi agricoli e specie di insetti predatori. L’arrivo di queste specie invasive potrebbe avere un impatto negativo sulle specie originarie dell’Irlanda alle prese con il riscaldamento globale.

Una nuova ricerca ha scoperto che la Campanula dalle foglie di ortica e altre piante autoctone in Irlanda sono a rischio a causa dei cambiamenti climatici. La perdita di biodiversità a causa dell’impatto del cambiamento climatico e’ stata studiata dal Dipartimento di Geografia dell University College di Cork ha sta monitorando 13 delle specie vegetali più vulnerabili e in via di estinzione dell’Irlanda e hanno scoperto che, sulla base di modelli di proiezione, sei di loro sono a rischio di estinzione entro 50/ 70 anni. Questi sono: la campanula a foglia di ortica (Nettle-leaved Bellflower / C. trachelium), l’erica mackaiana (Mackay’s Heath / Erica mackaiana), il grugno (Wood cranesbill  / Geranium sylvaticum), la pianta erbacea alpina (Alpine Butterwort / P. alpina), il trifoglio sotterraneo (Subterranean Clover / T. subterraneum) e la veccia primaverile (Spring Vetch / V .latiroidi). Secondo i ricercatori gli ecosistemi sono così intrecciati che se si perde una specie di pianta, si creano effetti disastrosi a catena al patrimonio naturale e culturale tramite gli erbivori e gli impollinatori.

Cosa sta facendo l’Irlanda?

Le temperature in tutto il mondo stanno aumentando e questo colpisce anche l’Irlanda. L’Irlanda ha supportato il Green Deal della Unione Europa e contemporaneamente sta attuando delle politiche nazionali.

Mitigazione

La mitigazione riguarda il cambiamento del modo in cui viviamo, viaggiamo, mangiamo, riscaldiamo le nostre case e produciamo beni in modo da ridurre e/o eliminare la produzione di gas serra dannosi. Comprende anche il modo in cui utilizziamo la nostra terra, come per esempio non potare il prato in Maggio. Il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) nel suo Summary for Policy Makers Report del 2014 definisce la mitigazione come “un intervento umano per ridurre la fonte o aumentare i pozzi di assorbimento dei gas serra”.

Il National Policy Position on Climate Action and Low Carbon Development è stata adottata nel 2014. Essa stabilisce un obiettivo nazionale di mitigazione a lungo termine della transizione a basse emissioni di carbonio basato su una riduzione aggregata delle emissioni di biossido di carbonio di almeno l’80% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2050. i settori della produzione di energia elettrica, dell’ambiente costruito e dei trasporti. Parallelamente, un approccio alla neutralità del carbonio nel settore agricolo e dell’uso del territorio, compresa la silvicoltura, che non comprometta la capacità di produzione alimentare sostenibile.

Questa è la base per l’obiettivo di transizione stabilito nel Climate Action and Low Carbon Development Act del 2015. Tale atto ha istituito il Piano nazionale di mitigazione (NMP) e il Quadro nazionale di adattamento (NAF), entrambi progettati per affrontare le cause e le conseguenze dei cambiamenti climatici. cambiamento in Irlanda. Questi devono essere aggiornati ogni cinque cinque anni. La legge ha inoltre istituito il Consiglio consultivo sui cambiamenti climatici (CCAC), per fornire consulenza al governo sulla politica climatica e rivedere annualmente i progressi nel raggiungimento degli obiettivi.

Il 2019 Climate Action Plan del 2019 definisce un approccio globale per il clima in Irlanda in tutti i settori economici. Questo documento e’ stato aggiornato nel 2021.

Adattamento

L’IPCC nel suo Glossario definisce l’Adattamento come “il processo di adattamento al clima attuale e previsto e ai suoi effetti…l’adattamento cerca di moderare o evitare danni o sfruttare opportunità vantaggiose”. Ciò significa affrontare gli impatti attesi dei cambiamenti climatici e adottare misure pratiche per proteggere case, aziende e comunità da eventi meteorologici estremi. Implica inoltre lo sviluppo della resilienza nella progettazione di infrastrutture critiche come i sistemi di trasporto ed energetici, per essere in grado di resistere a eventi meteorologici su larga scala, innalzamento del livello del mare, mareggiate o erosione costiera.

Il primo quadro nazionale di adattamento (NAF) dell’Irlanda è stato pubblicato nel 2018. Questo piano  definisce una strategia per ridurre la nostra vulnerabilità agli effetti negativi dei cambiamenti climatici e come potremmo trarre vantaggio dagli impatti positivi.

Risorse per le politiche nazionali

La politica e la legislazione nazionale sul clima si sono evolute e rafforzate negli ultimi anni in termini di Irlanda che affronta il problema del cambiamento climatico attraverso la mitigazione, l’adattamento e altri metodi come le politiche nazionali che negli ultimi anni sono state sempre maggiormente finanziate.

Irlanda e un mondo che si riscalda

Nonostante abbia adottato alcune delle leggi sul clima più progressiste al mondo l’Irlanda è considerata però ritardataria nell’azione per il clima da parte dell’Unione Europea. Il fondo di investimento strategico irlandese è stato il primo al mondo a disinvestire dai combustibili fossili. Questa decisione ha avuto ripercussioni globali poiché il valore di mercato delle più grandi società di combustibili fossili negli Stati Uniti è sceso di 14 miliardi di euro nei tre giorni successivi all’annuncio.

L’Irlanda si unisce anche a una manciata di paesi che hanno vietato la combustione dei combustibili fossili, una mossa coraggiosa ma necessaria se si vuole limitare il riscaldamento globale. Anche le politiche relative all’approvvigionamento energetico mostrano una forte spinta ecologista. Il sistema elettrico irlandese integra alcune delle quote di energie rinnovabili più elevate al mondo e il piano è di raddoppiare la quota entro il 2030. EirGrid, l’operatore di rete di proprietà statale, è riconosciuto a livello globale come essere all’avanguardia nella decarbonizzazione dei sistemi energetici. Il governo ha annunciati anni fa l’intenzione di piantare 22 milioni di alberi ogni anno per i prossimi 20 anni. Infine, recentemente è stata rifiutata l’autorizzazione edilizia per la costruzione di un terminale commerciale di gas naturale liquefatto sull’estuario dello Shannon, in quanto contraria alla politica del governo. Questi sono cinque esempi di politiche climatiche veramente progressiste e lodevoli.

Da questo elenco di risultati si potrebbe pensare che l’Irlanda si classificherebbe molto in alto nell’azione per il clima – ma è al 21° posto su 27 paesi dell’Unione Europea nell’indice di prestazione del cambiamento climatico.Il problema è che le politiche climatiche non stiano affrontando le cause profonde delle emissioni di gas serra dell’Irlanda. L’impatto dell’Irlanda sul clima non deriva dalla produzione nazionale di combustibili fossili, ma da pratiche di consumo ad alta intensità di emissioni e da imprese profondamente radicate nei sistemi economici nazionali, nei modelli di utilizzo del territorio, nell’edilizia abitativa e nelle infrastrutture. È estremamente impegnativo e dirompente modificare questi fattori indiretti del cambiamento climatico. Tutti gli esempi che ho citato sopra si riferiscono all’offerta di energia, piuttosto che alla domanda.

Ad esempio, nel passaggio all’elettricità rinnovabile, le famiglie non hanno dovuto modificare le proprie abitudini o effettuare investimenti. Allo stesso tempo, nessun settore è stato ostacolato dagli sforzi dello Stato per ridurre le emissioni, a parte quello della torba. Le abitudine non sostenibile della popolazione irlandese sono rimanste invariate negli ultimi anni, dallo spreco dell’acqua, alle abitazione energivore.

Nonostante gli sforzi degli ultimi governi irlandesi e dell’Europa, però dal documentario “Rising Tides: Ireland’s Future In A Warmer World” emerge l’amara conclusione che il cambiamento climatico sarà parte del resto della nostra vita se non avremo una leadership decisa a livello globale, un’azione collettiva nell’interesse dell’umanità, tabelle di marcia chiare e aiuto per i più vulnerabili.

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Maurizio Pittau