Le elezioni europee del 2024 rappresentano un appuntamento cruciale per i cittadini dell’Unione Europea, e l’Irlanda non fa eccezione. Questo evento offre ai cittadini irlandesi l’opportunità di influenzare la direzione futura del Parlamento Europeo, contribuendo alla formazione delle politiche che influenzeranno l’intero continente. Nonostrante questo in Irlanda, le elezioni europee sono considerate dai politologi come “elezioni di second’ordine”. Gli elettori irlandesi tendono a non prendere sul serio né il voto né il Parlamento europeo, nonostante le sue competenze siano state significativamente ampliate negli ultimi anni.
Le elezioni europee del 2024 si terranno in tutta l’Unione Europea tra il 6 e il 9 giugno. In Irlanda, il voto avrà luogo il 7 giugno, un venerdì. Questa data è stata scelta per facilitare la partecipazione degli elettori, in particolare quelli che lavorano durante la settimana.
Con 4,8 milioni di abitanti, l’Irlanda è uno degli stati membri più piccoli dell’UE in termini di popolazione, rappresentando poco più dell’1% dell’intera popolazione dell’Unione. Al momento, ci sono 75 candidati che si contenderanno i 14 seggi nelle tre circoscrizioni: Dublino, Nord Ovest e Sud.
Come Votare
Per votare alle elezioni europee in Irlanda, gli elettori devono essere cittadini irlandesi o cittadini di un altro Stato membro dell’UE residenti in Irlanda. È necessario essere registrati nelle liste elettorali. La registrazione può essere effettuata fino a 15 giorni prima delle elezioni. Il giorno delle elezioni, gli elettori devono recarsi presso i seggi designati e presentare un documento di identità valido, infatti l’Irlanda è uno dei paesi con più restrizioni per gli elettori che vivono all’estero. L’unico modo per votare è recarsi fisicamente ai seggi: non esiste il voto postale, tranne in casi eccezionali, né quello dall’estero. Solo i diplomatici e i militari in missione possono votare fuori dal territorio irlandese.
Elezioni Locali
Come nelle precedenti elezioni europee in Irlanda si votera contemporaneamente per elezioni locali. 949 seggi devono essere occupati nei consigli di contea e comunali in 166 aree elettorali locali in Irlanda. Ci sono 31 autorità governative locali in Irlanda. Quest’anno sono stati selezionati più di 2.100 candidati per le elezioni locali, oltre il 31% dei quali sono donne, ovvero il numero più alto di donne mai candidate alle elezioni locali.
Nel 2014, 80 consigli comunali sono stati aboliti nell’ambito della riforma del governo locale, riducendo il numero dei consiglieri di oltre il 40%. Non è necessario essere cittadini irlandesi o europei per votare alle elezioni locali. Chiunque risieda normalmente in Irlanda e sia registrato per votare nella propria area elettorale locale, ha diritto a farlo.
Sistema Elettorale
In Irlanda, le elezioni europee si svolgono utilizzando il sistema di rappresentanza proporzionale a voto singolo trasferibile (Single Transferable Vote, STV). Questo sistema permette agli elettori di classificare i candidati in ordine di preferenza, garantendo una rappresentanza più equa e accurata rispetto ai sistemi a maggioranza semplice. L’Irlanda è suddivisa in tre circoscrizioni elettorali: Dublino, Sud e Midlands-Nord-Ovest. Ogni circoscrizione elegge un certo numero di membri del Parlamento Europeo (MEP).
Partiti Politici
Fianna Fáil
Fianna Fáil è uno dei principali partiti politici irlandesi e fa parte del gruppo Renew Europe, già Liberali e Democratici per l’Europa (ALDE) al Parlamento Europeo, anche se localmente ha sposato negli ultimi anni cause populiste come l’uso gratuito dell’acqua e un certo euroscetticismo. Il partito punta a rafforzare l’integrazione europea e a promuovere politiche economiche favorevoli alla crescita e all’occupazione.
Fine Gael
Fine Gael è un partito storicamente di centrodestra che negli ultimi anni si e’ spostato su posizioni sempre piu’ liberali e centriste, affiliato al Partito Popolare Europeo (PPE). La sua piattaforma elettorale si concentra su una maggiore cooperazione europea in materia di sicurezza e difesa, nonché su politiche economiche che sostengano l’innovazione e la competitività.
Sinn Féin
Sinn Féin, partito di sinistra e repubblicano, è membro del gruppo della Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica (GUE/NGL). Il partito è critico nei confronti di molte politiche dell’UE, in particolare quelle che considera neoliberiste, e promuove un’Europa più sociale ed equa.
Social-Democrats
I Social-Democrats sono un partito, che si ispira ai partiti socialdemocratici scandinavi, popolare tra i piu’ giovani. Sta prendendo i voti da un elettorato progressista, che tradizionalmente votava il partito Laburista. I labour infatti non hanno saputo rinnovarsi e sono in caduta libera da diversi anni e che ormai vengono votati prevalentemente da un elettorato anziano.
Green
I Verdi irlandesi, partito più votato a Dublino nelle scorse elezioni europee, stanno vivendo un momento di difficoltà, come sempre e’ capitato dopo l’essere andati al governo, e avranno grosse difficoltà a mantenere i loro due deputati.
Aontú
Partito euroscettico, conservatore e repubblicano nato nel 2019 da una scissione a destra dallo Sinn Fein. In tutti questi anni non e’ riuscito a intercettare i sentimenti piu’ conservatori e reazionari della popolazione irlandese ed e’ rimasto al margine tra le forze politiche irlandesi.
Labour
Partito gemello di quello inglese, ma dal meno roseo futuro nel breve e medio termine.
Solidarity People-Before-Profit
Partito di sinistra radicale, anti-capitalistico, euroscettico e eco-socialista.
Indipendenti
Oltre ai principali partiti, ci sono diversi candidati indipendenti che rappresentano interessi specifici o regionali. Secondo i più recenti sondaggi hanno la maggioranza relativa. Tra di loro si riscontrano posizioni ultra -conservatrici, moderate e di radicalismo di sinistra.
Questioni Chiave
Le europee di giugno saranno considerate da molti come una prova generale delle elezioni legislative dell’anno prossimo, più che un’occasione per esprimersi sulla politica europea o sul lavoro degli eurodeputati. Nei dibattiti televisivi dedicati alle europee è difficile sentire parlare di questioni comunitarie. Il dibattito si concentra sull’attività dei partiti di governo e dell’opposizione, o su temi come gli alloggi e il costo della vita, che, sebbene cruciali per gli elettori, sono del tutto estranei alle competenze degli eurodeputati.
Le elezioni si svolgono sullo sfondo di grandi dibattiti a livello comunitario, dalla guerra a Gaza al destino del Green Deal, passando per le politiche migratorie. Eppure, gli eurodeputati irlandesi non si differenziano molto su questi temi. Tutti i candidati sostengono le misure a tutela dell’ambiente. Il cambiamento climatico è una delle questioni più importanti per gli elettori irlandesi. I partiti si stanno concentrando su come l’UE può aiutare a mitigare gli effetti del cambiamento climatico attraverso politiche ambientali ambiziose, energie rinnovabili e la promozione di economie sostenibili. Fatta eccezione per un paio di indipendenti, gli europarlamentari irlandesi hanno appoggiato con decisione gli sforzi per aiutare l’Ucraina.
L’immigrazione, è la preoccupazione primaria. La cooperazione in materia di sicurezza e la gestione delle migrazioni sono temi su cui i partiti stanno cercando di proporre soluzioni efficaci e condivise. Su questo aspetto gli indipendenti sono i prima linea. Un recente sondaggio indica preoccupazioni crescenti da parte della popolazione in tema di migrazioni. L’Irlanda ha una popolazione di cinque milioni di abitanti, di cui quasi un milione è entrato nel Paese a partire dalla metà degli anni Novanta. Mentre le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo si avvicinano, la questione delle migrazioni è così diventata uno dei temi centrali nel dibattito politico.
Un recente sondaggio ha confermato che la maggioranza dei cittadini ritiene che la politica del governo stia provocando problemi nella società irlandese. I partiti sovranisti sostengono che molti dei problemi attuali, come le liste d’attesa negli ospedali sono più lunghe, e il diritto alla casa diventato inaccessibile a causa della mancanza di alloggi, sono riconducibili alle migrazioni e che “la gente è stufa di pagare le tasse per case e welfare di chi arriva dall’estero”. La nuova ondata di partiti critici nei confronti delle politiche migratorie è figlia della crescente preoccupazione dell’opinione pubblica sull’arrivo di immigrati e rifugiati.
Chi andrà a Strasburgo?
Il Fine Gael è in pole position in tutte e tre le circoscrizioni elettorali europee. Un sondaggio del Sunday Independent/Ireland Thinks mostra che il Fine Gael è in testa alla classifica, con tre candidati del partito in testa al gruppo a Dublino, Irlanda del Sud e Midlands-Nord-Ovest. Anche i candidati indipendenti stanno registrando ottimi risultati in tutte e tre le circoscrizioni elettorali, a meno di una settimana dal voto. Nel frattempo, il sostegno del Sinn Féin è crollato poiché il sondaggio ha registrato un massiccio calo di sette punti al 22% nel sostegno degli elettori al partito nell’ultima settimana della campagna elettorale locale ed europea. Si tratta di un calo di 15 punti rispetto al record di sostegno raggiunto dallo Sinn Féin nell’ottobre 2022, quando il partito otteneva il 37% del sostegno degli elettori.
Il partito di Mary Lou McDonald è ora testa a testa con il Fine Gael del Taoiseach Simon Harris che è salito di tre punti al 22% nell’ultimo mese. La popolarità personale di McDonald è scesa al 36%, mentre Harris (48%) è ora il leader del partito più popolare del paese insieme a Micheál Martin del Fianna Fáil (48%). Tuttavia, il sondaggio ha mostrato che l’opzione più popolare tra gli elettori in vista delle elezioni della prossima settimana è quella degli Indipendenti/altri, che hanno aumentato il sostegno di quattro punti raggiungendo il 23%.
Ciò significa che quasi un elettore su quattro intende votare per candidati indipendenti o rappresentanti di piccoli partiti politici. L’opinione pubblica pare preferisca in maniera schiacciante a favore di un nuovo governo che sia una combinazione di Fine Gael-Fianna Fail-Indipendenti (59%) piuttosto che un governo guidato dal Sinn Féin che escludesse Fine Gael e Fianna Fáil (41%).
Gli altri partiti sono il Fianna Fáil in rialzo dell’1 al 17% e i socialdemocratici in calo dell’1 al 5%. Il Partito dei Verdi (4pc), Aontú (3pc), il Partito Laburista (3pc) e People Before Profit (2pc) sono tutti invariati. Il sondaggio rileva inoltre che i candidati indipendenti sono fortemente posizionati per occupare un seggio in ciascuna delle tre circoscrizioni elettorali europee. Anche il Sinn Féin rimane ben posizionato per vincere tre seggi, ma è impegnato in una battaglia serrata nelle Midlands-Nord-Ovest.
Con uno sviluppo senza precedenti, Indipendenti/Altri (23%, in crescita di quattro punti in un mese) è ora il più grande gruppo politico del paese, secondo il sondaggio. Questo maggiore sostegno potrebbe vedere il TD indipendente Michael McNamara eletto in Irlanda del Sud, dove l’elezione delll’eurodeputato di Independents 4 Change Mick Wallace (famoso in Italia per avere detto “Juve merda” al Parlamento europeo) non pare scontata.
A Dublino, anche Niall Boylan dell’Irlanda Indipendente è in lizza per uno dei quattro seggi, mentre l’eurodeputata Clare Daly di Independents 4 Change lancia una forte sfida a Ciarán Cuffe dei Verdi e Aodhán Ó Ríordáin dei Laburisti. Il Fianna Fáil sembra destinato a conquistare un seggio in ogni collegio elettorale, così come il Fine Gael, che è in lotta per due seggi nel Midlands-Nord Ovest. Lo Sinn Féin sembra certo di ottenere un seggio a Dublino e molto probabilmente ne prenderà due, anche in Irlanda del Sud, ma è in battaglia per vincere un terzo seggio a Midlands-Nord-Ovest.
Il crollo dello Sinn Féin
Il calo del sostegno nei sondaggi d’opinione per lo Sinn Féin può essere descritto solo come sorprendente per un partito che era in vetta meno di un anno fa, registrando un sostegno nell’ordine del 30-35%. Anche il calo dell’indice di gradimento di Mary Lou McDonald metterà in allarme il partito, con il portavoce finanziario Pearse Doherty che ora la metterà alla prova in termini di popolarità tra tutti gli elettori.
Alla domanda su chi fosse il leader preferito del Sinn Féin, il sondaggio ha rilevato Pearse Doherty (20%), Mary Lou McDonald (20%), Michelle O’Neill (14%) e Eoin Ó Broin (6%), mentre il resto degli intervistati non ha dichiarato nessuno dei due, incerto o senza opinione. Tra gli elettori del Sinn Féin, una risicata maggioranza del 52% sostiene ancora McDonald, ma un consistente 30% ora è favorevole a Doherty per la leadership. Il sondaggio è stato effettuato tra giovedì e venerdì con la stessa dimensione di 1.770 e un margine di errore del 2,4%.
Scenari del dopo voto
Un tema importante del dopo elezioni sarà l’analisi del voto per lo Sinn Féin: il riuscire o meno a esser il primo partito irlandese avrà un grande significato politico in prospettiva delle prossime elezioni politiche del 2025.
Meno rilevante invece l’ascesa di partiti sovranisti e antieuropei. L’Irlanda è, infatti, una delle poche nazioni europee a non essere diventata sede di un movimento populista o di estrema destra. Ma la società irlandese è cambiata radicalmente nell’ultima generazione. Sebbene la verità sia più complessa di qualsiasi descrizione sintetica, potremmo descrivere questo cambiamento come un passaggio da una cultura conservatrice perseguitata da una religiosità disfunzionale a una società liberata, istruita e opulenta che aspira ad accogliere tutti. Le recenti proteste contro gli immigrati hanno allarmati molti sostenitori di questo progetto di liberalizzazione.
Una nazione da tempo nota per la produzione di immigrati ha registrato tassi di immigrazione più elevati per gran parte degli anni a partire dalla fine degli anni ’80. Il numero di immigrati è salito a 121.000 nel 2022, un record in 15 anni, che includeva quasi 30.000 rifugiati dall’Ucraina. Molti dei manifestanti con immigrati e rifugiati si sono organizzati attraverso hashtag sui social media come #irelandbelongstoirish, suggerendo che quel numero crescente di immigrati fosse la fonte del loro malcontento.
Nonostante l’ostilità che si registra all’interno di alcune comunità locali nei confronti dei richiedenti asilo e dei rifugiati, nulla, pero’, lascia prevedere un’affermazione delle forze populiste di estrema destra che dominano i sondaggi in gran parte d’Europa. Gli eurodeputati irlandesi hanno sostenuto sia il governo sia l’Unione nell’accoglienza dei migranti e sono favorevoli a condividere gli sforzi per affrontare i flussi migratori. Secondo i sondaggi, il 48 per cento degli elettori irlandesi è favorevole all’immigrazione dai paesi extraeuropei. Difficilmente, dunque, questo tema si rivelerà decisivo per l’esito delle elezioni.
L’opinione pubblica irlandese resta largamente ottimista (83 per cento) riguardo al futuro dell’Unione Europea, molto più che negli altri ventisei paesi comunitari, dove la media è del 61 per cento. Eppure, paradossalmente, gli irlandesi continuano a sembrare del tutto indifferenti alle prossime elezioni.