Mentre la musica dal vivo inizia a intravedere la luce alla fine del tunnel, quella registrata sembra ancora immersa nell’oscurità e nelle atmosfere dello scorso anno, tra dischi registrati in isolamento, musica apocalittica o scritta come un mantra, pochissimo pop. Torna la tradizionale top ten degli album migliori usciti da gennaio a dicembre di quest’anno.
Migliori Album Internazionali
1) Floating Points, Pharoah Sanders e London Symphony Orchestra – Promises
Un grande produttore (Floating Points), una leggenda del jazz (Pharoah Sanders, sassofonista monumentale e mito vivente, uno che non ha mai sfigurato vicino a John Coltrane) e un’orchestra insieme per un disco sospeso e rallentato, un po’ meditazione trascendentale e un po’ trip psichedelico. Promises è un capolavoro basato sulla ripetizione, un mantra liberatorio e impetuoso, uno splendido arpeggio di 46 minuti.
2) Black Country, New Road – For the First Time
Loro sono un sestetto londinese e questo è il loro disco d’esordio. A differenza delle altre nuove band inglesi (e irlandesi) negli ultimi anni, però, i Black Country, New Road non suonano l’abusato post punk, ma un rock intricato e imprevedibile, pieno di chitarre spigolose, ritmi spezzati, fiati jazz e persino qualche accenno prog. Al centro di For the First Time ci sono le storie di Isaac Wood, chitarrista e autore dei testi, che domina i pezzi con flussi di coscienza paranoici, citazioni, pathos grottesco.
3) Mdou Moctar – Afrique Victime
Afrique Victime è il disco con le chitarre più bello che ho ascoltato quest’anno. Lo è perché è libero, perché fa venire in mente Jimi Hendrix e un attimo dopo i Tinariwen, Ritchie Blackmore ma anche Bombino, perché è pieno di momenti esaltanti e gioiosi. La Stratocaster affogata nel riverbero di Mdou Moctar disegna riff concentrici e cerchi trascendentali, ti trascina dentro brani che ricordano il classic rock senza pigrizia, fregandosene delle sue strutture tradizionali. È un disco straordinario e pieno di speranza.
Migliori Album Irlandesi
4) John Francis Flynn – I Would Not Live Always
Francis Flynn è una voce vitale nella fiorente nuova scena folk irlandese. Con una voce simile a un armonium, il suo esordio inquietante e magico ha sposato loop a quattro tracce con chitarre e un ampio uso di atmosfere desolate. Alla fine dell’anno, ha meritatamente vinto il premio di miglior cantante folk e miglior artista emergente ai RTÉ Radio 1 Folk Awards.
5) Villagers – Fever Dreams
Come il recente collaboratore Paul Weller, Conor O’Brien è come uno squalo che nuota in un branco di canzoni: morderà qualunque cosa veda per prima, ne prenderà un pezzo e passerà alla cosa successiva. In verità, questo ha portato i dischi di Villagers lontano dal mainstream. Ma quando producono canzoni forti come la deliziosamente densa Song In Seven o la delicata Full Faith In Providence non possiamo che essergliene grati. ‘May the road rise to meet you’, canta in quest’ultimo disco ed è un momento toccante che riunisce un disco intriso di piena fiducia nei capolavori minori che dominano il quinto album in studio dei Villagers.
6) For Those I Love – For Those I Love
Una delle storie musicali dell’anno. Un amico del produttore irlandese David Balfe si suicida e il musicista si isola nella vecchia casa di famiglia producendo un disco assieme triste e celebrativo basato su spoken word poetici e incazzati che poggiano su tappeti sonori electro. Un po’ elogio funebre, un po’ esorcismo pop. Un disco da apprezzare ascoltandone attentamente i testi.
Migliori Album Italiani
7) Marta Del Grandi – Until We Fossilize
E’ un immaginario atipico quello della giovane artista Marta Del Grandi, fuori dai canoni sia del cantautorato folk che della sperimentazione elettronica e avantgarde. Merito della formazione jazzistica e delle attitudini multietniche (Marta ha viaggiato attraverso l’Asia e l’America toccando anche la patria d’origine, l’Italia) grazie alle quali l’artista crea una narrazione sonora dai confini esoterici e impalpabili. Acustica ed elettronica si fondono in una cristallina colonna sonora dalle algide tonalità barocche.
8) Marcello Murru – Diavoli Storti
I miracoli sono rari. Ma a volte si ripetono. In “Diavoli Storti”, l’ultimo disco di Marcello Murru la musica ridiventa poesia e si scopre e che la grazia dei precedenti album si poteva replicare. Marcello Murru è un cantautore atipico nella scena musicale italiana. Originario di Arbatax, in Sardegna e residente a Testaccio a Roma è adorato da alcuni critici, ma pare non interessato ad essere scoperto dal grande pubblico. Diavoli storti è uno straordinario album che parla di morte, emarginazioni, solitudini, sconfitte senza mai rendere l’album cupo, che invece irradia uno spiraglio di luce, che filtra le piccole o grandi ferite, secondo l’insegnamento di Leonard Cohen.
9) Marco Castello – Contenta tu
Ironico, scanzonato, divertente, ma anche con un velo di leggera malinconia: Marco Castello trova la chiave per unire il Battisti di fine anni ’70, Enzo Carella, i Nu Guinea e i Vulfpeck incrociando armonie jazz, ritmiche disco funk e un’incontenibile anima pop. Sullo sfondo una Siracusa bella ma cretina, che prende vita attraverso le immagini di un’estate spensierata evocate da un miscuglio di italiano, dialetto siciliano e slang e che ci sembra di conoscere da una vita, anche senza averla mai vista.
Bonus Track
10) Jovanotti – Il Disco del Sole
Nonostante il parere dei suoi discografici Jovanotti non ha fatto uscire un nuovo album. Cosciente dei flussi streaming che dominano la scena musicale odierna ha fatto uscire, dopo il singolo “Il Boom”, 5 canzoni dalle sonorità anni ottanta alcuni giorni fa e ne farà uscire altretante nel 2022 (si parla di Febbraio). Dunque non un album, ma vogliamo troppo bene a Lorenzo Cherubini e rispettiamo la sua infinita produzione (27 album, di cui 14 in studio), che ha stupito il suo produttore Rick Rubin, per non inserirlo in questa classifica con la sua ultima produzione vitale, sincera e necessaria. Nessun capolavoro nella ultima produzione, ma tanta luce in una epoca buia.
Special mentions (ovvero gli album del 2021 salvati tra le playlist del mio Spotify):
International (Rock, Blues, Pop, Folk)
- Sufjan Stevens and Angelo De Augustine – A Beginner’s Mind
- Courtney Barnett – Things Take Time, Take Time
- Damon Albarn – The Nearer the Fountain, More Pure the Stream Flows
- Nick Cave & Warren Ellis – Carnage
- Godspeed You! Black Emperor – G_d’s Pee At State’s End!
- St. Vincent – Daddy’s Home
- Rhiannon Giddens With Francesco Turrisi – They’re Calling Me Home
- The Weather Station – Ignorance
- Allison Russell – Outside Child
- Wolf Alice – Blue Weekend
- Hjalte Ross – Waves Of Haste
- The Black Keys – Delta Kream
- Yasmin Williams – Urban Driftwood
- Sturgill Simpson – The Ballad of Dood & Juanita
- The Stranglers – Dark Matters
- Robert Plant and Alison Krauss – Raise the Roof
- War On Drugs – I don’t live here anymore
- David Crosby – For Free
Irish
- Brendan Tallon – Love in These Times
- Declan O’Rourke – Arrivals
- Wyvern Lingo – Awake You Lie
- Adrian Crowley – The Watchful Eye of the Stars
- Lidl Museum of Ancient and Contemporary Art Audio Tour – The Ecliptic Newsletter
- Mick Flannery and Susan O’Neill – In the Game
- Brian Crosby – Imbrium
- J Smith – (…) And you chose not to laugh
- Skara Brae – Skara Brae
Italian
- Queen of Saba – Fatamorgana
- Rareș – Folk_2021
- Måneskin – Teatro d’ira Vol. I
- Caparezza – Exuvia
- Carmen Consoli – Volevo fare la rockstar
- Coma_Cose – Nostralgia
- Iosonouncane – Ira
- Leatherette – Mixed Waste
- Fast Animals and Slow Kids – È già domani
Jazz/Avant-Garde/Prog/World
- Craig Taborn – Shadow Plays
- Sons of Kemet – Black to the Future
- John Coltrane, A Love Supreme: Live in Seattle
- Brandee Younger – Somewhere Different
- James Brandon Lewis Red Lily Quintet – Jesup Wagon
- Ben LaMar Gay – Open Arms to Open Us
- Vijay Iyer, Linda May Han Oh & Tyshawn Sorey – Uneasy
- Jihye Lee Orchestra – Daring Mind
- Gretchen Parlato – Flor
- Ches Smith and We All Break – Path of Seven Colours
- David Sanford Big Band – A Prayer for Lester Bowie
- Newvelle Records – Kimbrough
- Archie Shepp and Jason Moran – Let My People Go
- Miguel Zenon and Luis Perdomo – El Arte del Bolero
- Dave Douglas & Joe Lovano’s Sound Prints – Other Worlds
- Patricia Brennan – Maquishti
- Sam Gendel and Sam Wilkes – Music for Saxofone & Bass Guitar More Songs
- Kenny Garrett – Sounds from the Ancestors
- Balimaya Project – Wolo So
- Arooj Aftab – Vulture prince
- Malcolm Jiyane – Umdali
- Toumani Diabaté and the London Symphony Orchestra – Kôrôlén
- Black Midi – Cavalcade
- Low – Hey What
- Fredo Viola – My New Head
- Sarah Davachi – Antiphonals
- Pino Palladino & Blake Mills – Notes With Attachments
- Chris Schlarb & Chad Taylor – Time No Changes