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Intervista a Filippo Vignato

Filippo Vignato
Scritto da Maurizio Pittau

Ieri sera, il 10 ottobre 2024, Dublino ha ospitato una performance unica e suggestiva: “All About Dreaming” di Filippo Vignato, trombonista italiano di fama internazionale. La cornice del The Complex si è trasformata in un vero e proprio strumento acustico, in cui il trombone solista di Vignato ha dialogato con l’ambiente, creando un’esperienza sonora avvolgente e senza tempo.

La performance, organizzata a Dublino da Improvised Music Company,  si distingue per la sua capacità di fondere suono, spazio e tempo in un’unica dimensione onirica. Ogni nota sembrava fluttuare nell’aria, rimbalzando tra le pareti e integrandosi con i riverberi naturali del luogo. Questa interazione tra il suono del trombone e le peculiarità acustiche della sala ha offerto al pubblico un viaggio sonoro immersivo e profondamente meditativo.

Dopo il concerto, abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Vignato. Nell’intervista, abbiamo parlato del progetto portato a Dublino e del significato profondo che questo tipo di performance minimalista ha per lui e abbiamo approfondito il concept di “All About Dreaming”, un progetto che si evolve costantemente in base al pubblico e allo spazio in cui viene eseguito. Vignato ha spiegato come la sua tournée europea abbia esplorato le potenzialità acustiche di vari spazi e come ogni luogo influisca sull’esperienza sonora e della sua personale esplorazione delle possibilità espressive del trombone.

Abbiamo anche discusso dello stato di salute del jazz in Italia e del suo rapporto con il trombone, uno strumento arcaico che Vignato considera un’estensione della sua musicale. Particolarmente interessante è stata la sua riflessione sull’uso del suono acustico nella sua musica: sebbene Vignato abbia spesso usato l’elettronica per ampliare le possibilità espressive del suo strumento nei suoi primi dischi e composizioni, creando paesaggi sonori ancora più vasti, “All About Dreaming” è una performance puramente acustica in cui il corpo si fonde con lo strumento senza intermediazioni.

Nel video dell’intervista, sono inclusi alcuni momenti di questa esperienza musicale. Filippo Vignato ha dimostrato di essere un artista capace di trasportare il pubblico in un mondo sonoro dove il tempo sembra sospeso, e dove ogni nota ha il potere di evocare emozioni profonde. Un appuntamento imperdibile per gli amanti del jazz e della musica sperimentale, che ci ricorda quanto la musica sia in grado di ridefinire il nostro modo di percepire lo spazio e il suono. Un’esperienza che sicuramente rimarrà impressa nella memoria di chi ha avuto la fortuna di assistervi.

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Maurizio Pittau