Benvenuti alla corsa elettorale irlandese, un intricato caleidoscopio di promesse, sondaggi e dibattiti accesi che potrebbe decidere il destino del paese nei prossimi anni. Se siete italiani in Irlanda e vi state chiedendo cosa sta succedendo e come potrebbe impattare anche voi, ecco una guida per navigare questo momento storico.
Quando si vota, dove e perché proprio ora?
Le elezioni generali in Irlanda si terranno il venerdì 29 Novembre 2024. Gli irlandesi si recheranno nei seggi elettorali locali, dalle scuole alle chiese, distribuiti in tutte le circoscrizioni del paese. Questa data è stata scelta perché, benché il governo attuale, un’alleanza tripartita, raggiungerà la fine del suo mandato quinquennale il prossimo marzo, i sondaggi danno in ascesa i partiti di governo (in particolare il Fine Gael) e in caduta libera lo Sinn Féin, che solo un anno fa dominava i sondaggi e sembrava predestinato ad andare al governo per la prima volta. Da segnalare che le elezioni sono state annunciate dopo l’approvazione del budget annuale, che è stato tutt’altro che “elettorale” come si usa fare in Italia prima delle elezioni. Anzi, critiche sono state fatte per la timidezza nell’utilizzo delle risorse disponibili. Questo farà si che il nuovo governo potrà avalersi di un “tesoretto”, non costituito solo dalle tasse della Apple, per portare avanti il suo programma.
Il Fine Gael di centrodestra di Simon Harris è alla ricerca di un quarto mandato consecutivo senza precedenti, una prospettiva che sembra tutt’altro che impossibile data la sua recente ripresa nei sondaggi e il crollo del sostegno al suo rivale, Sinn Féin. Uno dei due storici partiti irlandesi di centrodestra, Fine Gael e Fianna Fáil, ha guidato tutti i governi irlandesi nell’ultimo secolo. Alle ultime elezioni, nel 2020, i due rivali di lunga data sono entrati in coalizione insieme per la prima volta, affiancati dal partito più piccolo dei Verdi. I due partner principali hanno concordato di ruotare la carica di primo ministro, o taoiseach, a metà del loro mandato. A marzo, il leader del Fine Gael, Leo Varadkar, si è dimesso. Harris, noto come il “taoiseach di TikTok” per le sue capacità mediatiche, ha preso il sopravvento, rilanciando il partito e gestendo un’impennata dei sondaggi.
Nel frattempo, il principale partito di opposizione, il repubblicano di sinistra Sinn Féin, che nel 2020 ha vinto il voto popolare ed è arrivato secondo in termini di seggi dietro al Fianna Fáil, ha visto la sua popolarità crollare a causa delle politiche sull’immigrazione, del voto di protesta migrato su altri partiti e indipendenti e e di una serie di scandali. Due anni fa, il Sinn Féin, guidato da Mary Lou McDonald, aveva il 36% nei sondaggi irlandesi e, insediatosi come il partito più grande nell’assemblea nordirlandese, nutriva grandi speranze di formare il suo primo governo a Dublino, aprendo la strada a un Referendum sulla riunificazione irlandese.
Le attuali medie dei sondaggi danno il Fine Gael al 24% circa, il Fianna Fáil, guidato dal ministro degli Esteri Micheál Martin, al 21% e lo Sinn Féin appena al 18%. Nessuno dei restanti partiti minori nazionali supera nei sondaggi il 5%.
Come funziona il sistema elettorale irlandese?
Dopo i cambiamenti raccomandati dalla commissione elettorale, il nuovo Dáil irlandese, o camera bassa del parlamento, avrà 174 membri, conosciuti come Teachta Dála o TD, rispetto ai 160 dell’ultima volta, in rappresentanza di 43 circoscrizioni elettorali (in aumento di quattro) I collegi elettorali restituiscono tre, quattro o cinque TD. Sono presenti quasi 700 candidati, tra cui più di 170 indipendenti, ma nessuno dei 20 partiti in corsa si schiera abbastanza da ottenere la maggioranza da solo, il che significa che un altro governo di coalizione è certo.
L’Irlanda utilizza un sistema di rappresentanza proporzionale tramite voto unico trasferibile (Single Transferable Vote – STV). Questo significa che gli elettori non scelgono un solo candidato, ma possono esprimere preferenze numeriche (1, 2, 3, ecc.) per diversi candidati. È una specie di Sudoku politico, progettato per assicurare rappresentanza proporzionale e dare un senso di partecipazione a ogni votante, anche se spesso lascia tutti un po’ confusi. Il conteggio avviene quindi in più turni, con i candidati che devono raggiungere una determinata quota di voti a seconda della loro circoscrizione elettorale per essere eletti. Se la scelta numero uno di un elettore ha già raggiunto quella quota o viene eliminata, il suo voto va alla scelta successiva. Con 20 o più candidati in alcune circoscrizioni elettorali, lo spoglio – come avvenuto nelle precedenti elezioni del 2020 – potrebbe richiedere diversi giorni. Solo allora potranno iniziare negoziati che dureranno mesi per formare un nuovo governo e il Dàil eleggere il nuovo taoiseach.
Temi chiave della campagna elettorale
- Il costo della vita rimane una delle principali preoccupazioni per gli elettori e, sebbene il calo dei tassi di interesse e un recente budget di 10,5 miliardi di euro possano aver attutito il dolore, Fine Gael e Fianna Fáil sono ben consapevoli che i prezzi più alti rappresentano un pericolo per i partiti in carica.
- Il finanziamento dell’assistenza sanitaria è un altro grosso problema, così come la continua crisi immobiliare in Irlanda, con i giovani in particolare alle prese con affitti alle stelle e il 61% degli intervistati irlandesi (contro il 10% in tutta l’UE) lo scorso anno citava l’edilizia abitativa come una delle principali risorse del paese.
- L’immigrazione e l’asilo per i rifuggiati sono un altro tema scottante, con un numero record di arrivi quest’anno e una crescente polarizzazione sulla questione sempre più alimentata da attori di estrema destra che portano, a volte, a proteste violente. I sondaggi mostrano che quasi due terzi vogliono controlli più severi. Il tema degli emigrati è tangenziale ma presente: con circa 800.000 irlandesi all’estero e un crescente numero di immigrati nel paese (inclusi molti italiani), le politiche sull’immigrazione e sulla cittadinanza stanno guadagnando attenzione, soprattutto in termini di integrazione e diritti.
- Anche una questione meno controversa viene sollevata: cosa fare con i 14 miliardi di euro di tasse di Apple che arrivano all’Irlanda grazie a una sentenza della più alta corte europea. Alcuni sollecitano la spesa per alloggi e infrastrutture, altri per l’istruzione e la riduzione della povertà.
- La gestione del Climate Crisis: Come raggiungere gli obiettivi senza danneggiare l’economia.
Bilancio dell’attuale governo
Il governo uscente è una coalizione guidata da Fianna Fáil (Taoiseach Micheál Martin), Fine Gael (Leo Varadkar prima e ora Simon Harris) e il Green Party. Un’alleanza di necessità, nata per escludere il Sinn Féin dal potere. Tra i successi dichiarati ci sono il Piano Nazionale per il Clima, che ha fissato ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione, e una ripresa economica post-Covid più forte del previsto. Tuttavia, la crisi abitativa, con affitti alle stelle e carenza di alloggi, e il sistema sanitario al collasso sono stati i loro talloni d’Achille.
Il mandato del governo è iniziato in piena pandemia da Covid-19. La risposta iniziale è stata incentrata su lockdown rigorosi e una campagna vaccinale tra le più efficienti d’Europa, che ha visto l’Irlanda emergere come uno dei paesi con il più alto tasso di vaccinazioni nel mondo occidentale. Uno dei punti più critici per la coalizione è stato l’aumento del costo della vita. Il governo ha implementato alcune misure per alleviare l’impatto, come sovvenzioni per l’energia e tagli temporanei alle accise sui carburanti. Tuttavia, la crisi abitativa ha continuato a dominare il dibattito politico. Nonostante i piani Housing for All e altre iniziative, la costruzione di nuove case non ha tenuto il passo con la domanda, lasciando molte famiglie a lottare con affitti insostenibili e un accesso limitato all’acquisto di proprietà. L’economia irlandese, d’altro canto, ha mostrato resilienza, sostenuta dalle multinazionali del settore tecnologico e farmaceutico. Ma l’alta dipendenza da questi settori ha alimentato preoccupazioni sulla sostenibilità di lungo termine.
Il Green Party ha giocato un ruolo determinante nell’imporre l’agenda climatica all’interno della coalizione. Sono stati approvati obiettivi ambiziosi di riduzione delle emissioni del 51% entro il 2030 e politiche mirate a incentivare la transizione verso energie rinnovabili. Tuttavia, le tensioni all’interno della coalizione su questioni come la riduzione delle emissioni agricole hanno rallentato l’attuazione di alcune misure. L’investimento nei trasporti pubblici, come l’espansione delle linee ferroviarie e i progetti per infrastrutture ciclabili, è stato apprezzato, ma rimangono insufficienti e ci sono dubbi sulla capacità di raggiungere gli obiettivi ambientali e di infrastrutture prefissati nei tempi stabiliti. Sul fronte delle politiche sociali, il governo ha introdotto riforme come la gratuità dei libri nell’istruzione secondaria e il miglioramento delle condizioni salariali per i lavoratori nel settore pubblico. Tuttavia, il sistema sanitario continua a soffrire di lunghe liste d’attesa e una cronica carenza di personale, temi che rimangono fonte di frustrazione per i cittadini.
Programmi dei partiti politici
Le prossime elezioni generali in Irlanda vedranno i principali partiti politici presentare programmi elettorali che affrontano le questioni più urgenti del Paese, tra cui economia, sanità, edilizia, giustizia, ambiente e diritti sociali.
Fine Gael punta a una crescita economica basata su tagli fiscali e investimenti strategici. Propone la riduzione dell’Universal Social Charge (USC) e un aumento delle soglie fiscali, accanto a un piano di infrastrutture da 100 miliardi di euro. Sul fronte abitativo, il partito promette 300.000 nuove abitazioni entro il 2030, con incentivi per i primi acquirenti e una maggiore offerta di case sociali e accessibili. In sanità, prevede l’estensione dei servizi gratuiti per i giovani sotto i 18 anni, il completamento del nuovo Ospedale Pediatrico Nazionale e un miliardo di euro per la disabilità. Altre misure includono un limite ai costi per l’assistenza all’infanzia e un fondo di risparmio statale per i neonati. Innovazioni: conti di risparmio per neonati e bodycam per la polizia.
Fianna Fáil propone un bilanciamento tra progresso economico e sociale, con un aumento delle soglie fiscali e una riduzione delle aliquote più basse dell’USC. Riforme moderate con focus su infrastrutture rurali. Il partito intende costruire 60.000 case all’anno, inclusi alloggi accessibili e sociali, estendere il programma Help to Buy e introdurre un credito d’imposta per le spese legali dei nuovi acquirenti. Sul costo della vita, Fianna Fáil propone un aumento delle pensioni e delle tariffe di welfare, mantenendo l’IVA sull’energia al 9%. In giustizia, promette più agenti di polizia, potenziamento delle bodycam e un nuovo ministero per la sicurezza interna.
Sinn Féin punta a una forte redistribuzione della ricchezza e a un ampliamento del welfare. Il partito propone l’abolizione dell’USC per i redditi più bassi, la costruzione di 300.000 case entro il 2029, l’eliminazione della Local Property Tax e un referendum per garantire il diritto alla casa. In sanità, Sinn Féin mira a un sistema universale gratuito, con più letti ospedalieri e posti per medici in formazione. Misure sociali includono assistenza all’infanzia a 10 euro al giorno e l’abolizione delle tasse universitarie.
I Social Democrats si concentrano su politiche progressiste, investendo nei servizi pubblici invece di proporre tagli fiscali. Promettono 145.000 case sociali e accessibili in cinque anni, un pagamento settimanale per i costi della disabilità e un anno di congedo parentale retribuito. Altri piani includono il trasporto pubblico gratuito per i minori di 18 anni e misure per incentivare l’efficienza energetica. Tra le proposte un piano per sperimentare la settimana lavorativa di quattro giorni.
Il Green Party vuole accelerare la transizione energetica, con investimenti in trasporto pubblico e case sostenibili. Propone un “climate ticket” per i trasporti, incentivi per veicoli elettrici e pannelli solari gratuiti per famiglie a basso reddito. Sul fronte sociale, il partito mira ad estendere il congedo parentale e aumentare i sostegni per studenti. Per quanto riguarda l’immigrazione, il partito propone la creazione di un’Agenzia per l’Asilo e l’Integrazione, mentre in agricoltura si prevede di raddoppiare l’area coltivata organicamente.
Il Labour Party si focalizza su uguaglianza sociale, diritti dei lavoratori e edilizia. Propone 50.000 nuove case all’anno, un tetto ai costi per l’assistenza all’infanzia e una tassa sui SUV. In economia, vuole tassare la ricchezza anziché il reddito, mantenendo il contributo USC come fondo per la salute. Attenzione a uguaglianza sociale, salario minimo più alto e tassazione sui patrimoni.
People Before Profit adotta una linea anti-capitalista, proponendo case sociali a prezzi accessibili, una settimana lavorativa di quattro giorni e un sistema sanitario completamente pubblico. Altri obiettivi includono la redistribuzione della ricchezza attraverso tasse sui grandi patrimoni, l’abolizione dell’USC per i redditi sotto i 100.000 euro e l’uscita dalla NATO.
Infine, Aontú pone un forte accento su valori tradizionali e sviluppo rurale. In ambito economico, la proposta principale è l’Operazione Shamrock, che include incentivi fiscali e sovvenzioni per i cittadini irlandesi che tornano a vivere in Irlanda, con un focus particolare su lavoratori del settore sanitario e della costruzione. Il partito nazionalista cattolico propone il miglioramento delle condizioni lavorative nelle aree rurali, come l’apertura di stazioni di polizia. Sul piano ideologico, Aontú mantiene una posizione pro-life, opponendosi a ogni forma di aborto. In tema di immigrazione, Aontú propone la creazione di un’agenzia di frontiera irlandese e misure per garantire che le richieste di asilo siano esaminate rapidamente, escludendo chi ha condanne penali.
Indipendenti. Gli indipendenti sono un elemento cruciale del panorama politico irlandese. Con una stima del 17%-19% dei seggi, spesso fungono da ago della bilancia nei governi di coalizione. Le loro posizioni politiche e ideologiche sono diverse e non inquadrabili in un unico programma.
Previsioni di spesa dei partiti maggiori
In vista delle prossime elezioni generali, assistiamo a promesse ambiziose nei programmi elettorali, grazie alle ottimistiche previsioni economiche. Il Dipartimento delle Finanze prevede un incremento della spesa pubblica di oltre 30 miliardi di euro entro il 2030, a cui si aggiungono 14 miliardi di euro derivanti dalle entrate Apple e altre entrate fiscali.
Il Fine Gael continua a promuovere crescita economica e politiche di libero mercato. Punta su incentivi fiscali per il ceto medio, con un pacchetto fiscale netto di 6 miliardi di euro e una spesa corrente aggiuntiva di 9 miliardi. Tuttavia, emergono dubbi sull’adeguatezza dei fondi destinati alla sanità e ai salari.
Il Fianna Fáil cerca un equilibrio tra sanità e crisi abitativa, mirando al centro politico. Propone una spesa corrente di 15 miliardi di euro, leggermente superiore allo Sinn Féin, e un pacchetto fiscale netto di 3 miliardi focalizzato sull’adeguamento fiscale all’inflazione.
Lo Sinn Féin con priorità assoluta all’housing e alle riforme fiscali per le famiglie presenta il piano più ambizioso, con 32 miliardi di spesa in conto capitale per l’housing pubblico e un approccio redistributivo “Robin Hood”, abolendo imposte come la Social Universal Charge fino a 45.000 euro, ma aumentando le tasse sui redditi alti.
La realizzazione di questi piani incontra ostacoli significativi, tra cui lunghi tempi di pianificazione, carenze di personale qualificato e rischi per le entrate fiscali in un’economia vicina alla piena occupazione. Resta da vedere come i partiti reagiranno a eventuali risorse inferiori alle aspettative.
Quale è il risultato probabile?
Con il consenso attuale di Fine Gael e Fianna Fáil, entrambi impegnati a governare di nuovo insieme, e le bassi percentuali nei sondaggi per lo Sinn Féin si prospettano pochi importanti cambiamenti politici. Quando i risultati saranno chiari dopo la chiusura delle urne alle 22 di venerdì prossimo, gli esperti dicono che i due principali partiti di centrodestra irlandesi dovrebbero essere in grado di formare una nuova coalizione con i Verdi, un altro piccolo partito di centrosinistra o un gruppo di indipendenti.