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Le origini del Sinn Féin

Sinn Féin
Scritto da Maurizio Pittau

Le elezioni legislative dell’8 febbraio in Irlanda hanno sancito un trionfo inaspettato: il Sinn Féin, il partito nazionalista di sinistra, ha conquistato la vittoria, miraggio da tempo agognato. Questo esito ha sorpreso anche gli osservatori più acuti, nonostante i sondaggi favorevoli. La storia turbolenta del Sinn Féin, legato all’IRA, lo ha reso per anni un paria della politica irlandese, emarginato e temuto.

L’Irlanda si avvale di un sistema elettorale singolare, il voto singolo trasferibile, un meccanismo proporzionale che lascia ancora incerta la futura coalizione di governo. Il Sinn Féin non ha la forza numerica per governare da solo e incontrerà non poche difficoltà nel trovare alleati disposti a condividere il potere. Eppure, il successo elettorale resta una pietra miliare nella storia politica del paese, segnando un momento di svolta per un partito che cerca di affrancarsi dal suo passato violento.

Le Origini del Sinn Féin

Il Sinn Féin, che in gaelico suona come un orgoglioso “noi stessi”, nacque nel 1905 per volontà del giornalista Arthur Griffith. Fin dagli esordi, il partito si prefisse l’autodeterminazione e la piena sovranità dell’Irlanda, opponendosi all’unione politica con la Gran Bretagna. La “insurrezione di Pasqua” del 1916, cui parteciparono vari membri del Sinn Féin, tentò di conquistare l’indipendenza, ma fu soffocata nel sangue. Tuttavia, il fuoco del repubblicanesimo ardeva ancora.

Il Sinn Féin sostenne l’esercito repubblicano nella guerra d’indipendenza contro la Gran Bretagna, ma si spaccò nel 1921 con il Trattato anglo-irlandese, che sancì la nascita dello Stato Libero d’Irlanda, lasciando l’Irlanda del Nord nel Regno Unito. Le scissioni del partito generarono il Fine Gael e il Fianna Fáil, che per decenni dominarono la scena politica irlandese, mentre il Sinn Féin rimase un attore marginale.

Dal Conflitto ai Giorni Nostri

Il Sinn Féin tornò sotto i riflettori tra gli anni Sessanta e Novanta durante i Troubles in Irlanda del Nord, un periodo segnato da violenze tra unionisti e repubblicani. L’IRA, braccio armato del Sinn Féin, combatté una lotta sanguinosa contro l’Ulster Defence Association. Il conflitto trovò una risoluzione con gli Accordi del Venerdì Santo del 1998, che mantennero l’Irlanda del Nord nel Regno Unito, ma costrinsero il Sinn Féin a confrontarsi con il proprio passato violento.

Da Gerry Adams a Mary Lou McDonald

Nel 1983, Gerry Adams assunse la leadership del Sinn Féin. Nato a Belfast, Adams era una figura controversa, accusato di legami con l’IRA, accusa che ha sempre negato. Sotto la sua guida, il Sinn Féin partecipò agli Accordi del Venerdì Santo, un passo cruciale verso la pace. Tuttavia, il suo ruolo ambivalente e il legame con l’IRA lo resero una figura divisiva.

L’elezione di Mary Lou McDonald a leader del partito nel 2018 segnò una nuova era. Cresciuta in una famiglia della classe media di Dublino, McDonald si unì al Sinn Féin dopo gli Accordi del Venerdì Santo e non aveva legami con il passato violento del partito. Sotto la sua guida, il Sinn Féin ha visto crescere i propri consensi, specialmente tra i giovani, grazie a proposte progressiste.

Il Successo Elettorale

Il trionfo elettorale del Sinn Féin può essere attribuito ai fallimenti del governo uscente di Leo Varadkar e alla crescente frustrazione degli elettori per questioni interne come il costo degli affitti e le liste d’attesa negli ospedali. Il partito ha saputo capitalizzare il malcontento, promuovendo politiche sociali e opponendosi all’austerità.

Nonostante il successo, il futuro politico del Sinn Féin resta incerto. Molti lo vedono ancora come una minaccia per la democrazia irlandese, e i partiti conservatori potrebbero allearsi per escluderlo dal governo. Ma una cosa è chiara: il Sinn Féin ha segnato un capitolo nuovo e tumultuoso nella storia d’Irlanda.

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Maurizio Pittau