“There are no strangers here. Only friends you haven’t yet met” è la famosa citazione di W.B. Yeats con cui termina il video natalizio fatto in Irlanda diventato virale in questi giorni. Gli italiani che vivono in Irlanda lo sanno: uno degli aspetti più piacevole del vivere nell’Éire è l’accoglienza e l’inclusività che mostrano gli Irlandesi verso stranieri e immigrati. Questo continua ad essere l’approccio della maggioranza degli irlandesi nonostante il grosso aumento dei cittadini non irlandesi che vivono in Irlanda (il 12% della popolazione totale). La percentuale della popolazione nata all’estero è raddoppiata rispetto a pochi anni raggiungendo il 20% secondo gli ultimi dati disponibili.
Le recenti rivolte avvenute a Dublino contro gli immigrati hanno acceso i riflettori sulla gestione dei flussi migratori in Irlanda e sull’aumento degli irlandesi che non vorrebbe più accogliere immigrati in Irlanda. Le violenze nei giorni scorsi sono iniziate dopo che circolavano voci secondo cui il responsabile dell’attacco sarebbe stato un cittadino straniero. Dopo l’accoltellamento di giovedì, un gruppo di manifestanti ha sfondato la barriera della polizia e sono iniziati atti di violenza. Le autorità irlandesi hanno accusato i gruppi di estrema destra di aver creato i disordini.
Non si è trattato di un caso isolato. Le proteste anti-immigrazione sono iniziate in tutta l’Irlanda lo scorso Novembre e ad Agosto, 17 persone, legate a gruppi di estrema destra, sono state arrestate nel corso di proteste. Il numero di proteste anti-immigrati a Dublino è costante dall’anno scorso. Secondo i dati della Garda (la polizia irlandese), nei primi mesi dell’anno si sono svolti circa 10 eventi di protesta a settimana. Nei primi 6 mesi di quest’anno la Garda della regione metropolitana di Dublino ha monitorato 372 proteste di ogni tipo. Di queste proteste 169 sono classificate come anti-immigrati o contro le proposte di fornire alloggi a degli immigrati in particolari aree.
Nel novembre 2018 sono iniziate le proteste in diverse località nel nord e nell’ovest della Repubblica d’Irlanda contro il collocamento dei rifugiati in centri di accoglienza temporanea in zone rurali. I ricoveri per i rifugiati proposti sono stati attaccati con bombe incendiarie a Moville e Roosky, così come l’auto del politico Martin Kenny a Ballinamore è stata incendiata dopo che il politico aveva parlato in difesa dei rifugiati. Manifestazioni anti-immigrati si sono tenute a Roosky, Oughterard, Ballinamore, Carrickmacross e Achill. Il 25 novembre 2018 un albergo trasformato in un centro di accoglienza, una settimana prima che vi si trasferissero 100 richiedenti asilo, è stato distrutto a causa di un incendio doloso. In molte di queste proteste sono stati coinvolti gruppi di estrema destra.
Fonti del Garda hanno affermato che membri dell’estrema destra hanno iniziato a organizzare eventi contro la presenza di migranti nelle comunità locali dopo che l’invasione russa dell’Ucraina ha portato un gran numero di ucraini a raggiungere la Repubblica Irlandese in fuga dalla guerra. Le stesse fonti hanno affermato che questa situazione è stata “colta al volo” da simpatizzanti dell’estrema destra, che attribuiscono alla necessità di ospitare decine di migliaia di ucraini il peggioramento della crisi immobiliare. Di conseguenza, gli alloggi in cui vivevano migranti di tutte le nazionalità sono stati presi di mira dai gruppi di protesta.
L’aumento dei rifugiati
Secondo gli ultimi dati dell’European Migration Network Ireland, lo scorso anno sono state presentate più di 13.600 domande di protezione internazionale, con un aumento del 415% rispetto al 2021 e del 186% rispetto al 2019. Nel febbraio 2022 in seguito alla grave crisi internazionale di rifugiati dovuta all’invasione russa dell’Ucraina, milioni di ucraini sfollati sono stati accolti in Europa. Insieme a quasi tutti gli altri paesi europei, l’Irlanda ha accolto i profughi ucraini in fuga dalla guerra; a metà novembre 2022 si contavano oltre 58.000 ucraini arrivati in Irlanda. Novembre 2022 è stato anche l’inizio delle proteste contro lo sviluppo di siti temporanei per i rifugiati voluti dal Department of Children, Equality, Disability, Integration and Youth (DCEDIY). Rispetto alla popolazione del paese i flussi di rifugiati sono consistenti: 10.000 persone hanno chiesto protezione internazionale negli ultimi 11 mesi.
L’Irlanda attualmente ospita oltre 100.000 richiedenti asilo. Rispetto alla popolazione irlandese, una delle percentuali più alte in Europa. Un anno fa il numero totale era di 7.500. Alberghi, rifugi di emergenza e centri di accoglienza improvvisati in tutto il Paese sono praticamente pieni. E ciò che a volte si dimentica è che anche il numero di richiedenti asilo non ucraini è il più alto degli ultimi decenni, rispecchiando una tendenza a livello europeo di aumento delle richieste di asilo.
La narrativa anti-rifugiati più comune e persistente riguarda i giovani rifugiati maschi “non controllati” o in “età militare”, che sono descritti, a causa della loro età e sesso, come intrinsecamente pericolosi per la comunità locale, soprattutto per le donne. Come ha indicato un recente sondaggio, le donne nelle comunità della classe operaia sono più fortemente contrarie all’integrazione dei rifugiati rispetto agli uomini. Facendo leva su queste paure, gli attivisti irlandesi di estrema destra stanno diffondendo false informazioni sulle attività criminali. Ogni giorno proliferano attraverso i social media voci di violenza sessuale o di molestie nei confronti delle donne da parte di migranti, o videoclip sgranati e non verificabili delle stesse.
Una ricerca pubblicata sulla rivista Science suggerisce che fattori come il genere, la religione e persino la capacità di parlare la lingua dei paesi ospitanti influenzano l’accettazione e l’opinione delle persone nei confronti dei richiedenti asilo e dei rifugiati. In particolare, i ricercatori hanno scoperto che le persone hanno meno probabilità di accettare richiedenti asilo di sesso maschile. Le maggiori diffidenze si hanno in caso di rifugiati, soprattutto se maschi single islamici o africani, ma casi di razzismo e insofferenza si sono verificati in Irlanda anche per immigrati europei.
La crisi abitativa
Dalla metà degli anni 2010, l’Irlanda sta attraversando una grave crisi abitativa; la sovrapposizione simultanea della crisi abitativa e della crisi dei rifugiati si è esacerbata a vicenda. La mancata presenza di alloggi ha fatto sì che i rifugiati non trovassero dimora in Irlanda, e l’arrivo di migliaia di rifugiati in Irlanda ha comportato ulteriori tensioni sulle richieste di alloggi della popolazione locale. All’aumento della popolazione non è corrisposto un corrispondente aumento delle unità abitative.
Il governo ha ammesso ieri che potrebbe non essere in grado di fornire alloggio a tutti i richiedenti asilo che arrivano in Irlanda anche se ha negato che il paese stia seguendo la tendenza di altri stati membri dell’UE, come i Paesi Bassi e l’Italia, dove più di un quinto degli elettori opta per partiti anti-immigrati. L’Irlanda, che ha accolto quasi 100.000 ucraini dall’inizio dell’invasione del paese da parte della Russia, ha spinto il Taoiseach (primo ministro) Leo Varadkar a dire che ora c’è un “limite alla nostra capacità”. Più di 400 richiedenti asilo sono ora ospitati in tende perché gli altri alloggi sono pieni. Gli attivisti anti-immigrati accusano l’immigrazione di essere la causa principale della crisi immobiliare.
I migranti sono anche tra le persone più colpite dalla crisi degli alloggi a prezzi accessibili. Secondo un recente rapporto dell’Economic and Social Research Institute (ESRI), hanno maggiori probabilità di vivere in affitto e di essere spinti in rifugi per senzatetto rispetto ai cittadini irlandesi. I richiedenti asilo, le donne e i bambini extracomunitari in fuga dalla violenza domestica e rimasti privi di documenti sono particolarmente a rischio di rimanere senza alloggio, afferma il rapporto. Anche il numero dei migranti senza dimora è probabilmente più elevato di quanto suggeriscono i dati disponibili poiché diversi fattori, tra cui le barriere linguistiche e lo status di immigrazione, ostacolano la sua documentazione accurata, afferma la ricerca.
Il problema dell’abitazione colpisce anche i tanti italiani ed europei immigrati in Irlanda. Ormai il costo degli affitti e delle case, in particolare a Dublino, è diventato insostenibile per molti espatriati nonostante gli alti salari percepiti in Irlanda.
Le proteste nel paese e chi ci sta dietro
Le proteste in diverse località dell’Irlanda sono iniziate all’inizio di novembre 2022 dopo che il DCEDIY ha individuato siti in varie parti del paese come rifugi temporanei per i rifugiati, nel tentativo di accogliere l’afflusso di 65.000 rifugiati. Si sono svolte proteste a East Wall, Ballymun, Drimnagh e altrove a Dublino; Fermoy e Mallow nella contea di Cork; Kill, contea di Kildare; Lismore, contea di Waterford; Mullingar, contea di Westmeath; Inch, contea di Clare; e Rosslare Harbour, nella contea di Wexford.
Le proteste, che secondo la Garda, sono state in Irlanda 307 nel 2022 e almeno altre 169 nell’agosto 2023, hanno sollevato preoccupazioni per la mancanza di informazioni date ai residenti locali e l’impatto negativo della crescita della popolazione locale sulle strutture e sugli alloggi. I manifestanti hanno messo in dubbio la mancanza di donne e bambini in alcuni centri di accoglienza dove c’è stata un’elevata quantità di uomini non sposati. Alcuni manifestanti sono stati influenzati anche da voci secondo cui i migranti avrebbero compiuto atti violenti, ma molte si sono rivelate infondate. Inoltre, la Gardaí ha dichiarato nel marzo 2023 che non vi è stato un aumento della criminalità a seguito dei richiedenti protezione internazionale né la necessità di una maggiore presenza vicino ai rifugi.
Per gli agitatori di strada e i provocatori online, i collegamenti sono chiari. Alcuni dei massimi esponenti dell’estrema destra irlandese sono apparsi sul canale YouTube Off-Grid Ireland insieme ad attivisti di Patriotic Alternative (PA), uno dei movimenti fascisti più attivi nel Regno Unito. L’ ammiratore di Adolf Hitler, Mark Collett e un’altra figura chiave, Sam Melia, si sono recentemente incontrati sullo stesso canale social per esprimere la speranza che le tattiche e le idee dell’Autorità Palestinese possano essere riprodotte in Irlanda.
Poi ci sono le personalità in giacca e cravatta che sono più interessate ai successi elettorali che alla politica di strada. Apparso alla ribalta negli anni ’90 come uno dei volti del gruppo di campagna anti-aborto Youth Defence, Justin Barrett ha fondato nel 2018 il partito nazionalista irlandese, che sostiene l’inversione delle politiche migratorie. Nel frattempo, Hermann Kelly, presidente del partito anti-UE Irish Freedom, sostiene la ripresa del controllo dei confini e della politica migratoria dell’Irlanda. Ed è anche direttore della comunicazione per l’ “Europa della libertà e della democrazia diretta”, di cui Nigel Farage è stato copresidente.
Molti rami della destra irlandese coltivano le stesse ossessioni dei loro omologhi europei. Gli aderenti hanno, come indica la recente fondazione di un micropartito, un orientamento “Ireland First”. Sono favorevoli a dare innanzitutto alloggio agli “etnici irlandesi”, disprezzano le élite globaliste, i politici di sinistra e le ONG. In certi casi ci sono espliciti richiami alla violenza e cliché etno-nazionalisti sulla “teoria della grande sostituzione”.
Storicamente, il nazionalismo irlandese è stato una forza generalmente di sinistra che combatteva il colonialismo britannico (lo Sinn Féin, il principale partito politico indipendentista irlandese è un partito politico di sinistra, d’ispirazione socialista e in Europa fa parte del gruppo di sinistra radicale GUE/NGL). L’ultima tendenza dell’ultranazionalismo irlandese è molto più vicina a ciò che vediamo in altre parti d’Europa, cioè razzista e anti-immigrazione. Molti dei rivoltosi, infatti, sventolavano la bandiera irlandese e sono stati sentiti gridare slogan razzisti. La destra anti-immigrati, in particolare a Dublino, è diventata sempre più aggressiva.
Recentemente, il lottatore multimilionario di MMA Conor McGregor, ora sotto indagine, è diventato un sostenitore della lobby anti-immigrazione. Su X dopo l’attacco di giovedì, ha incolpato il governo di coalizione per la sua inerzia su ciò che ha descritto come “controlli alle frontiere permissivi con benefici economici e servizi di salute mentale pietosi”. E dopo le rivolte, ha scritto “Raccogli ciò che semini”.
In risposta alle proteste anti-immigrati ci sono state manifestazioni di solidarietà con i rifugiati e gli immigrati promosse da sindacati, partiti di sinistra e comitato spontanei. Le manifestazioni hanno confermato che la maggioranza della popolazione irlandese non ha nulla a che fare con le proteste xenofobe e violente dei gruppi di estrema destra, ma i cortei di protesta contro i cittadini non irlandesi sono continuati.
East Wall e le altre di proteste a Dublino
La prima importante protesta anti-immigrati in Irlanda è esplosa a East Wall nel novembre 2022 a seguito dell’apertura di un centro di accoglienza d’emergenza per rifugiati nel Two Gateway Building, la vecchia sede dell’ESB , dove il governo intendeva dare rifugio a 380 persone in cerca di asilo. La mancanza di consultazione con i residenti prima della decisione, come avviene di solito in Irlanda, ha scatenato le proteste, ma il governo ha giustificato la decisione per l’urgenza della situazione.
I motivi della protesta sono stati molteplici: la mancanza di consultazione preventiva con i residenti sugli arrivi, il potenziale sovraffollamento della struttura, l’uso di un edificio secondo i protestanti non adatto allo scopo, la mancanza di alloggi simili per i senzatetto di Dublino, l’utilizzo di alloggi per gli emigranti durante la crisi immobiliare, l’impatto sul sistema sanitario locale e la mancanza di donne e bambini nel gruppo iniziale.
Il 28 novembre e il 5 dicembre 2022, i manifestanti hanno bloccato l’accesso al Port Tunnel di Dublino, provocando deviazioni, e un gruppo di manifestanti identificato come “East Wall Protest Committee” ha tenuto ulteriori proteste regolari al tunnel e sul East Wall Road. Nella notte del 18 dicembre hanno bloccato anche il traffico in accesso al ponte a pedaggio East-Link, al ponte Samuel Beckett e alla stazione Busáras.
La protesta di East Wall non e’ stato un caso isolato. Proteste si sono avute in tutta la contea di Dublino negli ultimi 12 mesi.
- L’ 11 febbraio 2023 hanno cominciato a circolare online riprese video di un gruppo anti-immigrazione che entrava e attaccava un “campo profughi” situato in Upper Sandwith Street, nel centro di Dublino. Il giorno successivo, venerdì 12 febbraio, manifestanti pro e anti-immigrazione si sono affrontati fuori dal campo. Più tardi, quello stesso giorno, è stato necessario il dispiegamento di Gardaí e dei vigili del fuoco nell’area dopo che i manifestanti anti-immigrazione avevano iniziato a dare fuoco alle tende nel campo.
- Il 20 settembre 2023, i manifestanti hanno barricato l’ingresso posteriore della Leinster House, impedendo ai TD e al personale di Oireachtas di entrare nell’edificio. La notizia del blocco è stata diffusa in precedenza sui social media, con un post su X che invitava le persone a partecipare alle 10 del mattino. È stato identificato sui social media con gli hashtag #CallToTheDáil e #IrelandIsFull e “Ireland belongs to the Irish”. Circa 200 persone hanno partecipato alla manifestazione esprimendo contrarietà verso temi quali l’immigrazione, i vaccini contro il COVID-19, i diritti dei transgender, l’educazione sessuale e la proposta di legislazione sull’incitamento all’odio.
- Il 30 gennaio 2023, un edificio del XIX secolo in Sherrard Street, nel nord della città interna di Dublino, è stato dato alle fiamme dopo che circolavano voci a livello locale secondo cui l’edificio sarebbe stato utilizzato per ospitare i rifugiati.
- Il 2 febbraio, una protesta di circa 50 partecipanti a Cookstown, Tallaght, è stata accolta da contro-manifestanti e c’è stata anche una contro-protesta contro un gruppo anti-immigrazione a Clondalkin.
- Da marzo è aumentato il numero di tende piantate davanti all’Ufficio per la protezione internazionale in Mount Street. A maggio, i manifestanti hanno urlato contro i richiedenti asilo e hanno inseguito un uomo. Fu inviata l’unità di ordine pubblico del Garda e ci fu un incendio nella zona, ma i Gardaí riferirono che in quel momento non c’era nessuno nel campo.
- Il 3 gennaio 2023 si è verificata una protesta davanti alla scuola secondaria Our Lady of Mercy a Drimnagh. Tra il 23 dicembre e il 3 gennaio, i rifugiati ucraini hanno soggiornato nell’edificio mentre era vuoto durante le vacanze di Natale. I manifestanti credevano erroneamente che l’occupazione fosse permanente e che gli scolari non sarebbero stati in grado di ritornarvi. Gli ucraini se ne erano già andati quando, alle 19, è iniziata la protesta. e i manifestanti hanno iniziato a cantare contro il personale delle pulizie che entrava nell’edificio, scambiandolo per ucraini. Ulteriori proteste si sono verificate la sera del 4 gennaio e la mattina del 5 gennaio quando gli scolari sono rientrati nell’edificio come previsto. In seguito, la comunità locale ha istituito un contro gruppo “Drimnagh for All”.
- L’8 gennaio 2023 ci sono state proteste davanti all’ hotel Travelodge a Ballymun, Dublino, che ospitava 221 richiedenti protezione internazionale. Ci sono state proteste anche presso una scuola locale dove precedentemente erano ospitati i richiedenti asilo.
- Il 20 gennaio 2023, un gruppo di uomini è arrivato in un campo di migranti composto da 15 tende sulle rive del fiume Tolka ad Ashtown. Portavano con sé quattro cani, tra cui un pastore tedesco e un pitbull terrier, e gridavano ai migranti di “fare le valigie e andare via subito”. Uno era armato con una mazza da baseball, che secondo i testimoni è stata usata per attaccare un uomo polacco che si trovava lì dal 2022.
- Il 1° febbraio 2023, dopo nuovi tentativi di ospitare i rifugiati in una fabbrica abbandonata a Finglas, una folla di circa 200 persone ha protestato contro l’immigrazione fuori dalla stazione Garda di Finglas. La protesta è stata controllata con difficoltà dai Gardaì in tenuta antisommossa, che hanno anche chiuso 1 km di strada. Sono avvenuti vari attacchi violenti motivati dalle accuse secondo cui persone di colore o immigrati avrebbero aggredito sessualmente una donna in Cappagh Road nelle prime ore del 27 gennaio 2023, ma la Gardaí ritiene che il presunto autore fosse un uomo irlandese bianco.
- Il DCEDIY prevedeva, nel maggio 2023, di aprire 3 nuovi centri di accoglienza per fornire posti letto a 350 richiedenti asilo. Tra questi c’era l’edificio abbandonata che un tempo era il Senior College a Eblana Avenue a Ballybrack. Nel luglio 2023 ci sono stati attacchi verso i consiglieri favorevoli al centro per rifugiati e manifestanti anti-immigrazione hanno rotto le finestre del piano terra dell’ex ambulatorio di medicina generale noto come Ridge Hall in Shanganagh Road dove secondo voci sui social media vi si sarebbero trasferiti 60 richiedenti asilo di sesso maschile. Il 19 luglio c’è stata una protesta di circa 100 persone che hanno bloccato le strade sedendosi su sedie da campeggio nel centro di Ballybrack.
Come la pensano gli Irlandesi?
Proteste simili a quelle accadute a Dublino nell’ultimo anno si sono verificate anche in altre parti dell’Irlanda segnalando che il sentimento anti-immigrati è diffuso in tutto il paese pur in assenza di importanti partiti nazionali xenofobi come capita in altri paesi europei. La maggior parte degli irlandesi si sente “very comfortable” con l’immigrazione secondo il governo attuale. Il governo attuale è consapevole degli effetti sull’economia prodotti dalla Brexit nel vicino Regno Unito, dove il minor flusso di immigrati ha avuto un contraccolpo drammatico in molti settori. In effetti senza l’immigrazione l’assistenza sanitaria irlandese, tra gli altri settori, si fermerebbe. Circa il 40% dei medici irlandesi ha studiato all’estero.
Con l’arrivo di 141.600 persone all’anno fino all’aprile 2023, l’immigrazione in Irlanda è arrivata al livello più alto degli ultimi 16 anni e i messaggi anti-immigrazione sui social media sono aumentati. L’ISD (Irish Immigrant Service) che ha stilato un report su estremismo e disinformazione, ha riscontrato una media di 2.876 post al giorno, dal 1 gennaio al 3 aprile, un aumento del 300% rispetto all’intero 2022 e del 1.800% rispetto al 2020.
Il 29 gennaio 2023, RED C/The Business Post ha pubblicato un sondaggio che includeva una serie di domande relativi all’immigrazione. Alla domanda “Gli irlandesi accolgono i rifugiati, solo gli attivisti di estrema destra si oppongono”, hanno risposto “Si” il 55% e “No” il 34%. Alla domanda “Il governo sta facendo un buon lavoro nell’affrontare la crisi dei rifugiati ucraini”, ha risposto “Si” il 43% e “No” il 49%.
Il 5 febbraio, Ireland Thinks/The Sunday Independent ha pubblicato un sondaggio che includeva una serie di domande relative all’immigrazione. Alla domanda “L’Irlanda ha accolto troppi rifugiati nell’ultimo anno?”, ha risposto “Si” il 56% e “No” il 30%. Alla domanda “Ritieni che coloro che si oppongono all’ubicazione dei centri per rifugiati in tutta l’Irlanda siano”, il 48% ha risposto “Residenti locali prevalentemente preoccupati” e il 44% “Prevalentemente agitatori di estrema destra”.
Le responsabilità del governo
Come si è arrivati a questi scontri divenuti regolari negli ultimi 12 mesi? Attraverso una serie di passi falsi da parte del governo, dicono molti rappresentanti di comitati di quartiere e i partiti dell’opposizione. Durante una delle più forti crisi immobiliare della storia irlandese, una serie di misure del governo ha creato l’impressione che le persone che sono arrivate in Irlanda per chiedere asilo avessero un canale privilegiato per trovare alloggi e che la massa di professionisti europei con alti salari di multinazionali americane arrivati con la Tigre Celtica abbia “drogato” il mercato . E il mancato rispetto e la mancata consultazione delle comunità che per anni si sono sentite ignorate, mancate di rispetto e maltrattate, ha creato le tensioni sfociate recentemente in proteste e violenze.
L’immigrazione è parte della profonda trasformazione sociale dell’Irlanda in questo secolo. La nazione, un tempo super cattolica, povera e isolata, ha accolto le aziende tecnologiche globali e i lavoratori dell’UE e di altri paesi. Inoltre negli ultimi anni abbiamo assistito alla vittoria dei referendum progressisti sul matrimonio egualitario e il diritto all’aborto. Probabilmente, per alcuni, il ritmo del cambiamento sociale è stato troppo rapido. Oltre il 30% ha votato contro la legalizzazione dell’aborto nel 2018 e molti conservatori si sentono a disagio in una società cosi secolarizzata e multiculturale.
L’attuale governo, una coalizione formata da Fianna Fáil, Fine Gael e Verdi, ha liquidato i rivoltosi come un piccolo numero di delinquenti senza cervello. Nella conferenza stampa del Taoiseach Leo Varadkar, ha parlato della vergogna che hanno portato in Irlanda e nelle loro famiglie, e ha detto che il popolo irlandese ha “paura di voi, paura della vostra rabbia e di come incolpate gli altri per i vostri problemi”.
L’Irlanda rimane un paese ricco e con alti salari, ma non tutta la popolazione ha avuto i benefici dallo straordinario sviluppo degli ultimi anni. E trovare un nemico responsabile del proprio malessere (nel questo caso gli immigrati) è una facile soluzione come è capitato e sta capitando in altri paesi. I problemi delle fasce più deboli sono stati aggravati da un governo che non ha gestito adeguatamente un mercato immobiliare selvaggiamente gonfiato che ora è nel caos. Questo, insieme a una diminuzione dell’accesso ai servizi sanitari, in particolari a quelli sulla salute mentale, e a un aumento del costo della vita, ha ridotto la capacità di acquisto delle fasce più deboli della popolazione irlandese, sempre più frustrate e arrabbiate.