L’irlanda è passata dall’essere una società tradizionale basata sull’agricoltura a una società moderna basata sul terziario avanzato in brevissimo tempo. Infatti per tanto tempo l’economia si è basata su tre pilastri: l’agricoltura, l’IT e il turismo. Da alcuni anni si è aggiunto il settore farmaceutico. Lo confermano i dati dell’Ufficio Centrale di Statistica Irlandese (CSO), secondo cui lo scorso anno cinque grandi imprese multinazionali del settore farmaceutico hanno rappresentato il 43% delle esportazioni di beni irlandesi. Lo scorso anno dunque i prodotti farmaceutici hanno rappresentato quasi i due terzi (134 miliardi di euro) delle esportazioni irlandesi. E non solo di Viagra, di cui l’Irlanda è il maggiore produttore mondiale.
Le statistiche commerciali annuali dell’agenzia rivelano che i primi cinque esportatori hanno rappresentato oltre 88 miliardi di euro del valore record di 208 miliardi di euro di merci esportate dall’Irlanda nel 2022. Sebbene la CSO non nomini le cinque società che guidano la maggior parte di questo commercio, è probabile che l’elenco includa il gigante farmaceutico statunitense Pfizer, che qui ha diversi grandi stabilimenti. L’impianto di produzione di prodotti farmaceutici è a Newbridge, nella contea di Kildare, uno dei quattro a livello mondiale, produce tre miliardi di compresse e capsule all’anno, compreso il farmaco antivirale Covid Paxlovid. Anche il sito dell’azienda di Grange Castle è stato fortemente coinvolto nella produzione del vaccino anti-Covid dell’azienda. L’elenco potrebbe includere anche Johnson & Johnson, Roche, Novartis e AbbVie, che hanno tutte grandi stabilimenti in Irlanda.
Queste aziende hanno aumentato la produzione per soddisfare la crescente domanda di medicinali e prodotti durante la pandemia. Questo commercio è calato nel 2023 sulla scia di una domanda più debole a livello internazionale legata al calo della domanda di prodotti legati al Covid e a tassi di interesse più elevati. Dati più recenti mostrano che le esportazioni di beni sono diminuite del 6-7% su base annua a settembre.
Gli Stati Uniti sono un mercato importante per dispositivi medici e prodotti farmaceutici realizzati in Irlanda, e il calo delle esportazioni farmaceutiche ha sollevato preoccupazioni riguardo alla principale industria con sede qui. Alcuni economisti hanno affermato che l’andamento delle esportazioni farmaceutiche dovrà essere attentamente monitorato nel caso in cui le politiche della Casa Bianca di Joe Biden per riportare la produzione di alto valore negli Stati Uniti dovessero avere un impatto sull’Irlanda.
I dati della CSO rivelano che l’UE ha rappresentato 80 miliardi di euro di esportazioni di beni nel 2022, ma gli Stati Uniti erano il più grande mercato di esportazione dell’Irlanda, con un valore di oltre 63 miliardi di euro, ovvero il 30% delle esportazioni totali. Il secondo maggiore partner di esportazione è stata la Germania con 25 miliardi di euro, seguita dal Regno Unito con 22 miliardi di euro.
Nonostante le barriere poste dalla Brexit, lo scorso anno gli scambi commerciali della Repubblica con la Gran Bretagna e l’Irlanda del Nord – sia esportazioni che importazioni – sono aumentati. Le esportazioni verso il Regno Unito sono aumentate di 4 miliardi di euro tra il 2021 e il 2022, ha affermato la CSO. Allo stesso tempo, le importazioni dal Regno Unito sono aumentate del 50%, ovvero quasi 10 miliardi di euro, nel 2022, arrivando a oltre 29 miliardi di euro, ovvero il 21% delle importazioni totali, e rendendo il Regno Unito l’Irlanda il principale partner di importazione. All’interno di questo, le esportazioni verso l’Irlanda del Nord sono aumentate a 5 miliardi di euro mentre le importazioni dal Nord sono salite a 5,4 miliardi di euro.
L’Irlanda più di 20 anni fa ha individuato il settore farmaceutico e delle biotecnologie, unitamente a quello delle telecomunicazioni e dell’informatica, come i due settori fondamentali sui quali puntare per lo sviluppo industriale del paese. A quel momento risale la decisione di aiutare le aziende di questi due settori che avessero voluto stabilirsi in Irlanda. I risultati di questa scelta sono sotto gli occhi di tutti, in quanto 14 delle prime 15 aziende farmaceutiche mondiali hanno costituito i loro impianti produttivi in Irlanda che è, ad oggi, il più importante produttore di farmaci.
L’industria farmaceutica irlandese si posiziona al sesto posto fra le maggiori industrie farmaceutiche europee, dietro Svizzera, Francia, Italia, Germania e Regno Unito, ma davanti a Belgio e Spagna. Al contrario di questi Stati, però, l’industria farmaceutica irlandese non ha una tradizione storica in questo settore produttivo, in quanto la maggior parte delle aziende farmaceutiche oggi presenti nel paese ha stabilito la propria presenza in Irlanda solo negli ultimi decenni.
Oggi l’industria farmaceutica in Irlanda è costituita da circa 120 aziende biofarmaceutiche, soprattutto di medie e piccole dimensione, anche se 9 delle 10 maggiori multinazionali a livello globale hanno stabilito una sede sul territorio dello Stato. Nel 2019 il settore farmaceutico irlandese occupava circa 37.000 addetti diretti, a cui vanno aggiunti altri 24.500 addetti impiegati nell’indotto. Se si considera che ancora nel 1973, anno di adesione dell’Irlanda alla CEE, l’industria farmaceutica irlandese occupava circa 2.000 addetti, è possibile comprendere quanto la sua crescita sia stata veramente notevole negli ultimi anni.
Gli investimenti in ricerca e sviluppo dell’industria farmaceutica sono responsabile del 20% di tutta la R&S aziendale irlandese. Inoltre, il settore farmaceutico ha rafforzato in modo significativo il suo contributo all’economia irlandese grazie ad una sapiente diversificazione della natura dei suoi investimenti. In pratica, l’industry farmaceutica irlandese si è gradualmente dedicata allo sviluppo di produzioni ad alto valore aggiunto, occupando le fasce elevate della catena del valore.
Nel sito della Irish Pharmaceutical Healthcare Associations viene messo in risalto l’importanza del contributo delle esportazioni farmaceutiche nell’economia irlandese: in esso si sottolinea che l’industria farmaceutica irlandese genera oltre il 50% delle esportazioni del paese, contribuendo a fare dell’Irlanda il più grande esportatore netto di medicinali dell’UE, e il secondo dell’intero continente dietro solamente alla Svizzera.