Perché se a Roma vado all’Andrea Doria posso ballare fino alle 6am, ma se invece vado all’Index di Dublino alle 2:30am sono cacciata via? La situazione della vita notturna a Dublino è un riflesso triste di una città che sembra rimanere indietro rispetto al resto d’Europa. A differenza di capitali come Berlino e Amsterdam, dove i club possono operare 24 ore su 24, in Irlanda la chiusura alle 2:30 è una delle più precoci in UE, il che riduce la vitalità della scena culturale locale. Secondo il movimento Give Us The Night, formato da professionisti del settore notturno, nonostante le promesse del governo irlandese di estendere gli orari a un più competitivo 6:00, le riforme legislative continuano a subire ritardi.
Questa visione conservatrice non solo limita le opportunità sociali, ma sta anche soffocando un settore che, per decenni, ha rappresentato un rito di passaggio per i giovani. Oltre l’84% dei locali notturni ha chiuso dal 2000 a oggi, con appena 85 locali rimasti in tutta l’Irlanda, compromettendo il già fragile ecosistema culturale e turistico della capitale. È tempo che Dublino abbracci una visione meno provinciale e dia nuova vita alla sua scena notturna, creando spazi in cui l’esperienza della vita notturna possa competere con le principali città europee.
I locali in Irlanda non sono nemmeno riconosciuti legalmente come club, ma vengono ancora trattati come pub che ospitano “eventi speciali”. Questo limita enormemente le ore di apertura, compromettendo il settore e allontanando i giovani dalla città. La situazione ha causato una chiusura massiccia dei club negli ultimi due decenni. La chiusura del noto club Tramline a Dublino è l’ultimo di una serie di addii simbolici. Le sfide economiche, l’aumento dei costi di gestione e le difficoltà nel trovare personale rendono insostenibile il modello attuale per molti proprietari. Questa progressiva erosione culturale priva i giovani di luoghi sicuri e stimolanti dove socializzare e fare nuove esperienze. I club sono da sempre spazi di crescita personale, incontri, e connessioni che ora rischiano di scomparire.
Per di più, anche le politiche in tema di assicurazione e licenze continuano a bloccare qualsiasi possibilità di rinnovamento. In altri Paesi europei, si è riconosciuto il valore sociale della vita notturna e sono stati adottati modelli che permettono una gestione responsabile e sostenibile dei locali, senza penalizzare chi desidera divertirsi e socializzare. Qui a Dublino, però, ci troviamo di fronte a un immobilismo che sta rendendo sempre più difficile mantenere vivi questi spazi. L’auspicio è che Dublino possa finalmente evolvere e diventare una capitale europea aperta, innovativa, in linea con le esigenze dei cittadini e le aspirazioni delle nuove generazioni.